Il lavoro non retribuito di assistenza e cura alla persona incide sulle prospettive occupazionali e sulla qualità del lavoro delle donne italiane

Risultati del rapporto mondiale dell’OIL sul lavoro dignitoso e le prospettive occupazionali legate all’assistenza e cura alla persona.

Diminuisce la domanda di assistenza e cura all’infanzia e aumenta quella per le persone anziane

  • Nel 2015, circa 12 milioni di persone hanno avuto bisogno di assistenza e cura (8,1 milioni di bambini di età inferiore ai 15 anni e 3,9 milioni di anziani).
  • Si stima che il numero di beneficiari di servizi di assistenza e cura diminuisca di 0,5 milioni raggiungendo 11,5 milioni entro il 2030 (7,2 milioni di bambini di età inferiore ai 15 anni e 4,3 milioni di anziani).
  • Nel 2030, l’Italia sarà il quattordicesimo paese al mondo in termini di alta proporzione di dipendenza degli anziani dalle persone in età lavorativa (coefficiente 9,8 per cento, ovvero un punto percentuale in più rispetto al 2015). Nello stesso anno, per ogni 100 potenziali assistenti non retribuiti ci saranno almeno 10 persone in buona salute di età pari o superiore all’aspettativa di vita.

Le ragioni dell’aumento della domanda di lavoro nel settore dell’assistenza e della cura alla persona

  • In generale, i nuclei familiari sono meno numerosi rispetto al passato. Oggi il 48,1 per cento degli italiani in età lavorativa vive in famiglie nucleari. Il dato nazionale supera di otto punti percentuali la media del continente europeo.
  • Nel 2018, l’1,4 per cento delle persone in età lavorativa vive in famiglie mono–parentali. La donna è il capofamiglia nell’8,2 per cento dei casi e su di essa gravano sia le responsabilità finanziarie che l’assistenza e la cura.
  • In Italia, il 3,4 per cento della popolazione in età lavorativa vive in famiglie allargate, mentre la media europea è del 9,9 per cento.

Seppure fondamentale per il benessere umano e per l’economia l’assistenza e la cura non retribuite rimangono invisibili e non valorizzate

  • Nel 2013 sono stati sviluppati degli standards internazionali innovativi in materia di statistiche del lavoro sulla base dei quali i servizi non remunerati di assistenza e cura alla persona debbono essere considerati lavoro.
  • A livello mondiale, i lavatori non remunerati che svolgono tali servizi erogano la stragrande maggioranza dei servizi di assistenza e di cura.
  • Il numero delle ore giornaliere spese in lavori di assistenza e cura non retribuiti è 179 milioni. Questo equivale a 22 milioni di persone che lavorano otto ore al giorno senza remunerazione.

Le donne italiane svolgono il 74 per cento del tempo totale dedicato all’assistenza e alla cura non retribuite

  • In Italia, le donne svolgono 5 ore e 6 minuti di lavoro non retribuito di assistenza e cura al giorno mentre per gli uomini il tempo dedicato alla cura non retribuita equivale a 2 ore e 12 minuti giornali. Questo equivale ad un carico per le donne del 75,6 per cento del totale delle ore di lavoro non retribuito di assistenza e cura (il carico per gli uomini equivale al 17,8 per cento del complesso). Tale dato pone l’Italia al quinto posto nel continente europeo (dopo Albania, Armenia, Portogallo e Turchia). Nei paesi vicini, la proporzione di lavoro non retribuito di assistenza e cura svolto dalle donne è inferiore di oltre 10 punti percentuali rispetto all’Italia (Francia 61 per cento e Germania 62 per cento).
  • Se si somma il tempo di lavoro retribuito con il tempo di lavoro non retribuito di assistenza e cura, la giornata lavorativa è mediamente più lunga per le donne (6 ore e 48 minuti) rispetto a quella degli uomini (5 ore e 31 minuti). Questo fa sì che le donne abbiano meno tempo libero rispetto agli uomini.
  • Su scala mondiale, il contributo degli uomini al lavoro di cura e assistenza alla persona non retribuito è aumentato negli ultimi 20 anni ad una velocità annuale di 1,2 minuti al giorno. Le donne invece, hanno ridotto il tempo speso nel lavoro non retribuito di assistenza e cura di 2,1 minuti al giorno ogni anno. Di questo passo, l’uguaglianza di genere nel lavoro non retribuito di assistenza e cura potrà realizzarsi solo nel 2066.

L’impegno nel lavoro non retribuito di assistenza e di cura alla persona ha un impatto sulle prospettive occupazionali delle donne

  • Il lavoro non retribuito di assistenza e cura alla persona costituisce il principale ostacolo alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Una condivisione più equa tra donne e uomini di questi compiti permetterebbe una più alta partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
  • In Italia, il 21 per cento delle donne in età lavorativa dichiara di non essere disponibile o di non ricercare lavoro attivamente a causa del lavoro non retribuito di assistenza e cura. La stessa percentuale si rileva per le donne svizzere, mentre in Francia solo il 10 per cento delle donne dichiara di essere fuori della forza lavoro a causa di lavori di assistenza e cura non retribuito.
  • Le donne che hanno bambini di età inferiore ai 6 anni hanno il tasso di occupazione più basso (53,3 per cento) rispetto ai padri (89,0 per cento), agli lavoratori che non sono padri (76,9 per cento) e anche alle donne che non sono madri di bambini di età compresa tra 0 e 5 anni (59 per cento).
  • I dati relativi all’Italia mostrano l’esistenza di una «penalità all’occupazione legata alla maternità» per le donne con bambini piccoli, in contrasto con un «premio occupazionale dei padri», per gli uomini del continente europeo che registrano la proporzione più alta al mondo tra occupati e popolazione in età lavorativa.
  • Il "divario occupazionale tra i genitori" in Italia (differenza tra il coefficiente occupazione-popolazione per i padri e quello per le madri di bambini 0-5 anni) è di 35,7 punti percentuali, il 9° più alto nel continente europeo. Il divario occupazionale più alto in Europa e in Asia centrale appartiene alla Turchia (61,8 punti percentuali), che è seguita da Repubblica ceca (52,6 punti), Ungheria (48,8 punti), Austria (41,6 punti), Germania (40,2 punti), Estonia (38,4 punti), Malta (38,1 punti) e Slovacchia (36,9 punti).
  • In Italia, la «penalità all’occupazione legata alla maternità», misurata come il divario tra il coefficiente occupazione-popolazione per le donne con e senza figli di età compresa tra i 0 e i5 anni, è pari a 5,7 punti percentuali.

Il lavoro non retribuito di assistenza e cura alla persona influenza la qualità del lavoro delle donne

  • Il lavoro non retribuito di assistenza e cura è uno dei principali ostacoli al miglioramento della qualità del lavoro delle donne e influisce sul numero delle ore di lavoro retribuite e sul loro reddito.
  • In Italia, le lavoratrici e madri di bambini piccoli svolgono meno ore di lavoro retribuito (o realizzano minori profitti) rispetto agli uomini adulti e alle lavoratrici che non hanno figli in età compresa tra 0 e 5 anni. In particolare, le donne con tre o più bambini di età inferiore ai 6 anni lavorano tre ore in meno rispetto alle donne senza figli piccoli, 9 ore e 18 minuti in meno rispetto agli uomini senza figli piccoli e 7 ore e 18 minuti meno rispetto agli uomini che si trovano nella stessa condizione (con tre o più bambini di età inferiore ai 6 anni).

Implicazioni per le politiche economiche, del lavoro e di protezione sociale nel settore dell’assistenza e cura alla persona

  • Le politiche dell’Italia si conformano agli standard minimi sul congedo maternità retribuito così come definito nella Convenzione n. 183 dell’OIL sulla protezione della maternità, ratificata dall’Italia nel 2001.
  • Le principali raccomandazioni sul lavoro dignitoso nel settore dell’assistenza e della cura alla persona pongono l’accento sull’importanza di maggiori investimenti per la professionalizzazione del settore e dell’adozione di politiche macro-economiche, del lavoro e di protezione sociale che favoriscano la creazione di lavoro remunerato e di qualità nel settore dell’assistenza e della cura alla persona.
  • È necessario incanalare gli investimenti nei servizi sanitari e sociali, come nell’istruzione e formazione al fine di realizzare gli Obiettivi sullo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite sottoscritti dall’Italia e per assicurare il lavoro dignitoso e servizi di qualità nel settore dell’assistenza e delle cure alla persona.
  • La realizzazione dell’obiettivo di accesso universale ai servizi di assistenza e cura per l’infanzia e per gli anziani, attraverso maggiori investimenti per il potenziamento dei servizi, consentirebbe a un gran numero di donne di accedere al mercato del lavoro.
  • Al fine di creare occupazione, è necessario colmare gli ampi divari nei servizi di assistenza cure alla prima infanzia, nell’istruzione e nell’assistenza e cura alla persona di lunga durata.
  • Le misure di politica economica, del lavoro e sociali necessarie per raggiungere un’alta performance del settore dell’assistenza e cura alla persona possono ispirarsi alla strategia per il lavoro dignitoso. Questa strategia include le seguenti azioni:
    • riconoscere, ridurre e ridistribuire il lavoro di assistenza e cura non retribuito;
    • incentivare il lavoro retribuito attraverso la promozione del lavoro dignitoso per i lavoratori;
    • assicurare ai lavoratori la possibilità di essere rappresentati; e
    • promuovere il dialogo sociale e la contrattazione collettiva.