Il Direttore Generale dell’ILO esprime la sua emozione per il salvataggio dei 33 minatori in Cile

Il Direttore Generale dell’ILO esprime la sua emozione per l’operazione di salvataggio dei 33 minatori rimasti intrappolati sotto terra per oltre due mesi nella miniera di San José in Cile.

Dichiarazione | ILO, Ginevra | 13 ottobre 2010

GINEVRA – Quando l’ultimo dei 33 minatori cileni è stato riportato in superficie dopo essere stato per due mesi intrappolato nel sottosuolo, tutto il mondo ha tirato un sospiro di sollievo ed ha esultato.

Questo salvataggio senza precedenti, frutto di una straordinaria capacità di resistenza, di un lavoro di gruppo, d’inventiva ed esperienza in campo tecnologico, deve essere visto per quello che è: un’eccezione, non la regola.

Il lavoro nelle miniere è pericoloso. Sebbene rappresentino solo l’1 per cento del numero totale dei lavoratori, i minatori sono coinvolti nell’8 per cento degli incidenti sul posto di lavoro che avvengano mondo. Oltre a questo, altri settori sono considerati estremamente pericolosi, fra cui: l’agricoltura, l’edilizia, la pesca, i trasporti e il disarmo delle navi.

Secondo l’ILO, circa 2,3 milioni di lavoratori muoiono ogni anno per incidenti legati al lavoro o per malattie professionali, circa 6.300 decessi al giorno. Inoltre, l’ILO stima che ogni anno si verificano oltre 330 milioni di incidenti sul lavoro.

Il costo in vite umane di questa tragedia quotidiana è incalcolabile. Il costo economico in termini di assenza dal lavoro, cure mediche e indennità pagate rappresenta ogni anno, secondo le stime, il 4 per cento del PIL mondiale. Questa cifra supera l’ammontare complessivo delle misure di stimolo introdotte per far fronte alla crisi economica del 2008-2009.

Nuovi rischi sul luogo di lavoro si profilano all’orizzonte e molti restano nascosti o vengono ignorati, in particolare nell’economia informale.

Numerosi lavoratori hanno subito le conseguenze della recente crisi economica. Si è registrato un aumento delle malattie psico-sociali legate alle nuove forme di stress e di pressione che caratterizzano il lavoro nell’economia globale.

Le politiche sulla sicurezza e la salute sul lavoro dovranno tenere conto dei recenti sviluppi del mondo del lavoro: l’aumento della partecipazione femminile, l’invecchiamento della forza lavoro, la crescita del numero dei lavoratori migranti e dei contratti di lavoro in subappalto.

Il progresso tecnologico, le diverse modalità di lavoro e il cambiamento costante del profilo demografico della forza lavoro pongono nuove sfide – le applicazioni delle nanotecnologie, le biotecnologie e la manipolazione chimica ne sono un esempio.

Per fortuna nel caso del Cile la tecnologia ha trionfato laddove la prevenzione ha fallito. Molti di questi infortuni e decessi potrebbero essere evitati se fossero adottate misure adeguate.

I Costituenti tripartiti dell’ILO — governi, lavoratori e imprenditori — hanno elaborato nel 2006 una Convenzione (n. 187) e una Raccomandazione (n. 197) sul quadro promozionale per la sicurezza e della salute sul lavoro, volta a porre questa tematica fra le priorità delle agende nazionali e a favorire l’applicazione e la ratifica delle altre Convenzioni dell’ILO in materia. Fra queste anche quelle rivolte a settori specifici come la Convenzione sulla sicurezza e la salute nelle miniere (n. 176) del 1995. Tali strumenti internazionali fanno da modello per l’elaborazione di quadri normativi e giuridici in tutto il mondo.

Il messaggio che dobbiamo trarre dalla vicenda di San José è chiaro: è giunto il momento di compiere uno sforzo comune per garantire che la sicurezza e la salute sul lavoro diventino parte integrante delle strategie aziendali di sviluppo e aumento della produttività. Tutti noi, i lavoratori e le loro famiglie, le imprese, le società e le economie, ne potremmo trarre vantaggio.

La sicurezza e la salute sul lavoro sono un tema su cui tutti possiamo essere d’accordo. Nessuno trae beneficio dagli incidenti sul posto di lavoro. Migliorare la sicurezza e la salute ha rilevanza sul piano politico, sociale ed economico. Trasformare questo consenso in misure concrete, però, non è sempre facile e comporta il coinvolgimento di molteplici attori.

I governi possono elaborare il quadro normativo necessario e garantire che sia rispettato. Le imprese possono utilizzare le proprie competenze tecniche e manageriali per implementare queste norme in tutti i posti di lavoro, di concerto con i lavoratori. Questi ultimi, a loro volta, possono contribuire notevolmente alla prevenzione degli incidenti attraverso una partecipazione attiva nel controllo dei rischi e nelle procedure successive, e attraverso un dialogo aperto con i datori di lavoro. Solo collaborando sarà possibile invertire la tendenza dimostrata dalle statistiche.

Forse il contributo più importante lasciato dalla vicenda dei 33 minatori cileni è quello di aver riportato l’attenzione mondiale sulla necessità di garantire una maggiore sicurezza e una migliore protezione e prevenzione per quei lavori svolti in condizioni pericolose e sull’importanza di promuovere la ratifica delle relative Convenzioni dell’ILO in nome di un obiettivo comune.

Allo stesso tempo, il Presidente Sebastián Piñera ha dato il buon esempio annunciando la decisione del governo cileno di ratificare la Convenzione dell’ILO n. 176 e dichiarando, secondo quanto riportato dal quotidiano inglese The Guardian, che “non possiamo garantire che in futuro non vi saranno più incidenti, ma possiamo garantire che faremo tutto il possibile per avere un settore minerario più sicuro”.

Da parte nostra, l’ILO può garantire il suo pieno sostegno per il rafforzamento dei sistemi e dei programmi nazionali sulla sicurezza e la salute sul lavoro. Le norme internazionali del lavoro forniranno un quadro di riferimento e un punto di partenza per la formulazione di politiche nazionali forti, coinvolgendo i costituenti tripartiti e coprendo tutti i settori e le tipologie di lavoratori.

L’ultimo minatore tratto in salvo ha dichiarato: “spero che questo non succeda mai più”. Ci sono molti modi per realizzare il desiderio di questo minatore. Ratificare le Convenzioni dell’ILO è uno di questi. Abbiamo gli strumenti e le conoscenze per riuscirsi, ma dobbiamo avere la volontà di farlo.