Domande e risposte sulle Tendenze globali dell’occupazione giovanile

Intervista con Sara Elder, Economista del Dipartimento dell’ILO sulle Tendenze dell’Occupazione, autrice del rapporto “Global Employment Trends for Youth: 2011 Update” .

Data d’emissione: 19 ottobre 2011 | Dimensione/durata: 00:03:28

TRASCRIZIONE

L’ILO ha appena pubblicato un aggiornamento del rapporto “Global Employment Trends for Youth” del 2010. Ci potrebbe dire cosa è cambiato negli ultimi 12 mesi?

Sara Elder: “Sfortunatamente, un anno dopo, dobbiamo dire che per i giovani la situazione nel mercato del lavoro non è migliorata. Infatti, con la crisi economica che sta dimostrando di essere più grave di quanto avessimo inizialmente pensato, è improbabile che la situazione del mercato del lavoro dei giovani sia destinata a migliorare in tempi brevi.”

Quali sono le sfide che i giovani devono affrontare nei paesi industrializzati e in via di sviluppo?

Sara Elder: “I giovani delle economie industrializzate sono stati particolarmente colpiti dalla crisi economica. In questi paesi, nel 2010 il tasso di disoccupazione giovanile e il numero di giovani disoccupati hanno raggiunto delle cifre record. Inoltre, il tasso di disoccupazione giovanile ha continuato ad aumentare fra il 2009 e il 2010, fatto che fa di questa regione un caso unico.

La situazione è ben diversa nei paesi in via di sviluppo perché in quelle realtà sono pochi i giovani che possono permettersi di restare senza lavoro. In questo caso, quindi, non bisogna concentrarsi sul tasso di disoccupazione giovanile come indicatore ma piuttosto sulla povertà da lavoro e l’occupazione vulnerabile. La maggioranza dei giovani è disposto a svolgere qualsiasi tipo di lavoro disponibile, spesso in pessime condizioni e con salari da fame.”

Oltre alla disoccupazione, quali sono le altre sfide che oggi i giovani devono affrontare nel mercato del lavoro?

Sara Elder: “Ad esempio, l’occupazione part-time, che negli ultimi anni è cresciuta enormemente nei paesi industrializzati. Di per sé non è necessariamente una cosa negativa, sopratutto quando i giovani conciliano studio e lavoro. Tuttavia, la portata dell’aumento dimostra che l’occupazione part-time è accettata involontariamente, come risposta in mancanza di altro. Molti giovani sono coscienti del fatto che non potranno trovare niente di diverso da un lavoro part-time o a tempo determinato.

Cosa si può fare per affrontare queste sfide?

Sara Elder: “Oggi più che mai abbiamo bisogno di investire giovani. Ad esempio attraverso investimenti a lungo termine nei sistemi di istruzione e formazione o politiche fiscali innovative che possano sovvenzionare l’occupazione giovanile. Sfortunatamente, queste misure sono necessarie in un momento in cui i governi hanno poco spazio fiscale per intervenire. Fortunatamente, essitono altri attori che possono agire laddove i governi non possono. Numerosi attori non governativi, sindacati, organizzazioni dei lavoratori e imprese private stanno avendo un ruolo sempre più attivo nella promozione dell’occupazione giovanile. Il settore privato sta cominciando a riconoscere che investire nei giovani fa bene agli affari.”

Come si prospetta il futuro per i giovani? Quali sono le previsioni contenute nel Rapporto?

Sara Elder: “Il tasso di disoccupazione a lungo termine misura la percentuale di disoccupati che stanno cercando lavoro da 12 mesi o più. Ciò a cui assistiamo ora è che il tasso di disoccupazione giovanile a lungo termine sta superando di gran lunga quello degli adulti. É la conferma del fatto che durante i periodi di crisi e ripresa economica il mercato del lavoro giovanile ha bisogno di più tempo per recuperare.”

So che per i giovani la situazione non è facile, ma dobbiamo spronarli a non scoraggiarsi, a rimanere attivi. Non necessariamente nel mercato del lavoro, possono fare volontariato, possono associarsi attraverso i social network, possono fare qualcosa che li tenga impegnati. Perché è la mancanza di partecipazione che fa nascere il malcontento sociale e conduce ad una sorte di distacco dalla società. Bisogna restare positivi, mobilitarsi e impegnarsi per un futuro migliore.”