Quota e distribuzione del reddito da lavoro

Il 10 per cento dei lavoratori nel mondo riceve quasi la metà del totale dei salari

Per la prima volta, l’OIL ha pubblicato le stime mondiali della distribuzione del reddito da lavoro. L’analisi dimostra una disuguaglianza diffusa rispetto ai livelli salariali. I risultati sono basati su dati contenuti in una banca dati nuova che include informazioni a livello nazionale, regionale e mondiale.

Comunicato stampa | 10 luglio 2019
© Robert Scoble
(Notizie OIL) — Nuovi dati raccolti dall’OIL rivelano che il 10 per cento dei lavoratori nel mondo riceve il 48,9 per cento dei salari complessivi, mentre il 50 per cento dei lavoratori meno pagati riceve solamente il 6,4 per cento dei salari complessivi.

Inoltre, il 20 per cento dei lavoratori con reddito più basso — circa 650 milioni di persone — guadagna meno dell’1 per cento del totale del reddito da lavoro globale.

I nuovi dati dimostrano che le disuguaglianze nel mondo, dovute al reddito da lavoro, sono in declino dal 2004. Questa declino non è tuttavia dovuto a riduzioni di diseguaglianze all’interno dello stesso paese. A livello nazionale le disuguaglianze continuano ad aumentare. Il declino è piuttosto dovuto ad un incremento della prosperità delle grandi economie emergenti come la Cina e l’India. In generale, le diseguaglianze dovute ai reddito da lavoro continuano a rimanere piuttosto diffuse.

La banca dati sulle quote e sulla distribuzione del reddito da lavoro “The labour income share and distribution dataset”, sviluppata dal Dipartimento delle Statistiche dell’OIL, contiene dati relativi a 189 paesi che derivano dalla raccolta più grande al mondo di dati armonizzati provenienti dalle indagini sulla forza lavoro. La banca dati ha permesso di sviluppare due nuovi indicatori per l’analisi delle tendenze del mondo del lavoro a livello nazionale, regionale e mondiale. Un primo indicatore riguarda i dati — comparabili per la prima volta a livello internazionale — sulla quota di prodotto interno lordo (PIL) da attribuire ai lavoratori, invece che al capitale, attraverso salari e reddito. Il secondo indicatore premette di analizzare la distribuzione del reddito da lavoro.

I principali risultati mostrano una diminuzione a livello globale della quota del reddito nazionale che va ai lavoratori, dal 53,7% del 2004 al 51,4% del 2017.

I dati mostrano che, in termini relativi, l’aumento dei redditi da lavoro dei percettori appartenenti alle classi a più alto reddito è associato a diminuzioni di reddito per tutte le altre classi a reddito medio e basso”

Steven Kapsos, responsabile dell’unità di produzione e analisi dei dati dell’OIL
Un’analisi della distribuzione dei salari dimostra che la classe media (il 60 per cento dei lavoratori) ha sperimentato una generale diminuzione della propria quota di reddito da lavoro dal 44,8 per cento nel 2004 al 43 per cento nel 2017. Al contrario, i percettori dei redditi più alti (il 20 per cento dei lavoratori) ha visto aumentare, nello stesso periodo, la propria quota di reddito dal 51,3 al 53,5 per cento. I paesi nei quali i percettori di reddito piu alto hanno avuto un incremento della quota di reddito da lavoro di almeno un punto percentuale includono la Germania, l’Indonesia, l’Italia, il Pakistan, il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America.

“I dati dimostrano, che in termini relativi, gli incrementi della quota di reddito a favore dei percettori di alti redditi sono associati con perdite per tutte le altre classi di reddito, con un declino della quota di reddito per la classe media e per i lavoratori a basso reddito” ha dichiarato Kapsos che ha anche aggiunto “gli incrementi delle quote di reddito da lavoro della classe media e dei lavoratori a basso reddito tendono ad avere un impatto generale positivo per tutte le classi di reddito, eccetto che per i percettori di alti redditi.

I paesi più poveri tendono ad avere livelli molto più elevati di disuguaglianza retributiva, cosa che aggrava le già difficicli condizioni di vita delle popolazioni vulnerabili. Nell’Africa subsahariana, la quota di reddito complessivo che appartiene al 50 per cento dei lavoratori a basso reddito è solo del 3,3 per cento, mentre nei paesi dell’Unione europea, lo stesso gruppo di lavoratori riceve il 22,9 per cento del reddito di lavoro totale.

Roger Gomis, economista del Dipartimento di Statistica dell’OIL, ha dichiarato che “a livello globale, la maggior parte della forza lavoro percepisce retribuzioni sorprendentemente basse. Per molti lavoratori, avere un lavoro non significa avere abbastanza per vivere. La retribuzione media della metà dei lavoratori del mondo che percepiscono redditi bassi corrisponde all’equivalente di solo 198 dollari americani al mese. Il 10 per cento dei lavoratori più poveri dovrebbero lavorare più di tre secoli per guadagnare lo stesso salario annuale del 10 per cento dei lavoratori più ricchi”.

La pubblicazione dei nuovi dati si allinea con la raccomandazione della Commissione Mondiale dell’OIL sul Futuro del Lavoro che evidenzia la necessità di disporre di nuovi indicatori per monitorare con maggiore precisione il progresso in materia di benessere, di sostenibilità ambientale, di uguaglianza e dell’agenda sullo sviluppo incentrata sulla persona. Il nuovo set di dati sarà utilizzato anche per monitorare il progresso nella realizzazione degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite.