Forme di lavoro atipico

Riforme legislative necessarie per migliorare la qualità del lavoro atipico

Secondo un nuovo rapporto dell’ILO, le forme di lavoro atipico sono spesso associate a deficit importanti di lavoro dignitoso.

Comunicato stampa | 14 novembre 2016
© Núcleo Editorial
GINEVRA (ILO News) — Un nuovo rapporto dell’ILO richiama l’attenzione sulla necessità di attuare riforme legislative e di politica del lavoro per migliorare la qualità del lavoro atipico.

Il rapporto sul Lavoro atipico nel modo: Sfide e prospettive sottolinea l’importanza delle politiche per il miglioramento delle condizioni di lavoro.

Il rapporto evidenzia l’aumento delle forme di lavoro atipico a livello mondiale, includendovi il lavoro temporaneo, a tempo parziale, interinale, quello derivante dal sub-appalto e dalle forme di lavoro autonomo che mascherano lavoro dipendente.

“Le tipologie di di lavoro atipico non sono nuove, ma sono diventate una caratteristica più diffusa nei mercati del lavoro contemporaneo. Dobbiamo fare in modo che tutti i posti di lavoro forniscano retribuzioni adeguate e stabili, protezione dai rischi professionali, protezione sociale e il diritto di organizzazione e contrattazione collettiva”, ha detto Deborah Greenfield, Vice-Direttore generale dell’ILO per le politiche, “e che i dipendenti sanno l’identità del datore di lavoro”.

Il lavoro atipico (o “non-standard”) può favorire l’accesso al mercato del lavoro. Può anche fornire una certa flessibilità ai lavoratori e datori di lavoro. Il rapporto tuttavia informa sull’associazione frequente di queste forme di lavoro con maggiore insicurezza per i lavoratori.

Nei paesi in cui il lavoro atipico è molto diffuso, vi è il rischio che I lavoratori alternino forme di lavoro atipico con periodi di disoccupazione. I lavoratori temporanei possono essere penalizzati da riduzioni salariali fino al 30 per cento rispetto ai lavoratori che svolgono lavori simili ma posseggono un contratto standard.

In alcuni casi, in particolare quando le forme contrattuali confondono il rapporto di lavoro, i lavoratori hanno difficoltà a esercitare i loro diritti fondamentali al lavoro, o l’accesso alle prestazioni sociali e alla formazione nell’impresa. Anche gli indici infortunistici sono più elevati per questi lavoratori.

Il lavoro atipico può avere conseguenze importanti per le imprese. “I guadagni a breve termine relativi all’utilizzo di lavoro atipico possono essere vanificati da perdite di produttività nel lungo periodo. I dati disponibili comprovano che le imprese che più utilizzano lavoro atipico tendono a investire poco nella formazione, sia per i lavoratori temporanei che per quelli permanenti. Questo include investimenti in formazione sulle tecnologie e sull’innovazione che influenzano gli incrementi di produttività”, ha dichiarato Philippe Marcadent, capo del team che ha prodotto il rapporto.

I costi e i benefici di breve periodo della flessibilità dovuti all’utilizzo di lavoro atipico possono essere vanificati nel lungo periodo dalla perdita di produttività”

Philippe Marcadent, Esperto ILO
“L’impiego diffuso del lavoro atipico può portare alla segmentazione del mercato del lavoro e a una maggiore volatilità con conseguenze per la stabilità economica. Il rapporto mostra che i lavoratori temporanei e quelli “a chiamata” hanno maggiori difficoltà nell’ accesso al credito con conseguenti ritardi nel formare la propria famiglia”, ha aggiunto Marcadent.

Il rapporto identifica le tendenze principali in materia di lavoro atipico. Nei paesi industrializzati, la trasformazione del contratto part-time in contratti “a chiamata”, tra cui il contratto a “zero ore” (senza un minimo di ore garantito). Alla fine del 2015, il 2,5 per cento dei lavoratori dipendenti nel Regno Unito aveva un contratto a “zero ore”. Negli Stati Uniti, il 10 per cento dei lavoratori ha un contratto con orari di lavoro irregolari. Tali forme contrattuali hanno una piu alta incidenza sui lavoratori a più basso reddito. In Australia, un lavoratore dipendente su quattro è occupato in lavoro atipico.


L’incidenza del lavoro atipico è particolarmente significativa nei paesi in via di sviluppo. In Bangladesh e in India, quasi i due terzi dei lavoratori sono occupati in lavoro atipico o “casuale”; in Mali e Zimbabwe, un lavoratore dipendente su tre è occupato in lavoro atipico.

I paesi asiatici hanno visto una crescita di varie forme di distaccamento o lavoro interinale, lavoro in subappalto o in “outsourcing”. Nel settore manifatturiero indiano, tale forme contrattuali hanno interessato il 34,7 per cento dei lavoratori nel periodo 2011-12, rispetto ai livelli trascurabili dei primi anni 1970.

Anche se il lavoro atipico è diventato più diffuso, il rapporto ha evidenziato divergenze importanti nell’utilizzo di questo tipo di lavoro tra le imprese. In oltre 150 paesi, più della metà delle imprese del settore privato non ha utilizzato lavoro temporaneo, mentre circa il 7 per cento ne ha fatto un utilizzo importante con oltre la metà dei lavoratori contrattati a tempo determinato.

Il rapporto avanza quattro raccomandazioni di politica al fine di migliorare la qualità del lavoro atipico:
  • Colmare le carenze legislative — Questa raccomandazione include l’attuazione di politiche che garantiscano parità di trattamento tra i lavoratori, indipendentemente dal tipo di contratto; politiche che stabiliscono un numero minimo garantito di ore di lavoro e che quindi limitano le fluttuazioni negli orari di lavoro; applicazione di legislazione che garantisca una classificazione appropriata del rapporto di lavoro; limitazione all’utilizzo di lavoro atipico per evitare abusi e identificazione di obblighi e le responsabilità negli accordi di lavoro tra le parti.
  • Potenziare la contrattazione collettiva — Questa raccomandazione invoca il rafforzamento della capacità dei sindacati nel rappresentare i lavoratori atipici e l’estensione degli accordi collettivi a tutti i lavoratori di un settore di categoria professionale. Ciò implica che tutti i lavoratori possano beneficiare della libertà di associazione e del diritto alla contrattazione collettiva.
  • Rafforzare i sistemi di protezione sociale —  L’accesso alla protezione sociale non dovrebbe essere collegato ad un numero minimo di ore di lavoro o alla durata complessiva del rapporto di lavoro. I sistemi di protezione sociale dovrebbero essere più flessibili e consentire interruzioni contributive e contributi e trasferibilità delle prestazioni. Queste riforme dovrebbero essere guidate da politiche che garantiscano un livello base di protezione sociale per tutti.
  • Attuare politiche del lavoro e sociali che sostengano la creazione di posti di lavoro compatibilmente con le esigenze dei lavoratori, non solo in termini di formazione ma anche di responsabilità familiare.