Italia

Promuovere i diritti del lavoro: il ruolo chiave dei Parlamenti

Oggi, più che mai, i Parlamenti — espressione della volontà dei popoli e quindi dei lavoratori — hanno un ruolo chiave nel preservare i diritti fondamentali del lavoro in un momento in cui i governi, soprattutto quelli più colpiti dalla crisi, si trovano a dover trovare il giusto equilibrio tra i vari interessi.

Comunicato stampa | 27 giugno 2014
Cesare Damiano, Laura Boldrini, Cleopatra Doumbia-Henry, Luigi Cal
«È un’occasione unica quando un Parlamento invita l’ILO ad un’audizione per spiegare il sistema delle norme internazionali», così la Direttrice del Dipartimento delle norme internazionali del lavoro dell’ILO di Ginevra, Cleopatra Doumbia-Henry, si rivolge ai parlamentari presenti all’audizione promossa dalla Commissione lavoro della Camera dei Deputati tenutasi mercoledì 25 giugno a Montecitorio.

Un’iniziativa estremamente importante, come ha spiegato la stessa Doumbia, in quanto lo Statuto costitutivo dell’ILO prevede un ruolo specifico dei Parlamenti nazionali che segue la fase di adozione delle Convenzioni e delle Raccomandazioni nonché rispetto alla loro effettiva attuazione nei contesti nazionali, sia dal punto di vista legislativo che nella pratica. Oggi, più che mai, i Parlamenti — espressione della volontà dei popoli e quindi dei lavoratori — hanno un ruolo chiave nel preservare i diritti fondamentali del lavoro in un momento in cui i governi, soprattutto quelli più colpiti dalla crisi, si trovano a dover trovare il giusto equilibrio tra i vari interessi.

Il Presidente della Commissione lavoro, On. Cesare Damiano, ha chiesto di incontrare l’ILO ogni anno su temi di comune interesse, dalle norme alle questioni macroeconomiche del lavoro. Nel corso dell’incontro sono vari gli argomenti sollevati dai deputati presenti che hanno rivolto alla Direttrice Doumbia-Henry domande puntuali e di estrema attualità collegate alla realtà italiana: dumping sociale, disoccupazione giovanile, disuguaglianze, esodati, salario minimo, salute e sicurezza sul lavoro, sono solo alcune delle questioni affrontate. Ms Doumbia-Henry ha risposto alle questioni sollevate sottolineandone l’attualità, il significato e l’importanza come anche il fatto che queste sono in cima alle priorità dell’organizzazione.

L’audizione è stata seguita da un incontro privato con la Presidente della Camera dei Deputati, On. Laura Boldrini, la quale ha espresso apprezzamento per il lavoro e il ruolo dell’ILO in un momento in cui «il tema del lavoro è così cruciale per il nostro Paese». La Presidente ha ribadito l’invito all’ILO di istituzionalizzare questi incontri e si è poi soffermata sul tema drammatico della disoccupazione giovanile e degli esodati, entrambi sfide urgenti per il governo italiano. «Il sistema garanzia giovani è una soluzione ma non la panacea», ha affermato la Presidente esprimendo la sua forte preoccupazione per i livelli elevatissimi di disoccupazione che colpiscono i giovani italiani.

Da parte sua, la Direttrice dell’ILO, ha espresso apprezzamento per l’impegno e il sostegno al sistema delle norme internazionali dell’ILO, ricordando che l’Italia è terza nella graduatoria mondiale per numero di ratifiche con 113 Convenzioni ratificate ad oggi. Allo stesso tempo, ha portato all’attenzione della Presidente l’importanza di procedere alla ratifica da parte dell’Italia delle due Convenzioni principali dell’ILO su salute e sicurezza nel lavoro (n. 155 e n. 187) nel corso del semestre UE di Presidenza italiana e della Convenzione sulla pesca (n. 188) e quella sulla sicurezza nel settore agricolo(n. 184), approfittando dell’Expo 2015 che ha come temi centrali proprio l’agricoltura e l’ambiente.

Non ultimo, Ms Doumbia-Henry, ha ricordato la recente adozione nel corso della Conferenza internazionale del Lavoro dell’ILO di giugno del Protocollo ILO sul lavoro forzato e la relativa Raccomandazione. Si tratta, ha spiegato la Direttrice, di uno strumento chiave per affrontare il fenomeno della tratta di esseri umani che genera profitti per il malaffare per 150 miliardi di dollari l’anno e che richiede uno sforzo straordinario da parte dei governi, delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori come anche dell’intera comunità internazionale per contrastarlo. Il primo passo, conclude la Doumbia-Henry, è quello di una rapida e massiva ratifica di questo Protocollo da parte degli Stati membri dell’ILO e, in questo, l’Italia potrebbe fare da apripista.