103ª Conferenza Internazionale del Lavoro

Guy Ryder: Le migrazioni rappresentano una importante sfida politica

Durante la cerimonia di apertura della 103a sessione della Conferenza Internazionale del Lavoro, il Direttore Generale dell’ILO, Guy Ryder, lancia un appello ad adottare politiche migratorie eque e misure contro il lavoro forzato.

Comunicato stampa | 28 maggio 2014
GINEVRA (ILO News) — Le migrazioni, che troppo spesso vengono associate agli abusi contro lavoratori precari, rappresentano una importante sfida politica in tutto il mondo: è quanto ha affermato il Direttore Generale dell’ILO, Guy Ryder, durante la cerimonia di apertura della 103ª sessione della Conferenza Internazionale del Lavoro.

«I flussi migratori continuano ad aumentare. Ma i modelli migratori diventano più complessi e la loro natura si sta evolvendo. Siamo tutti d’accordo che le migrazioni rappresentano un potenziale di crescita e di sviluppo» ha detto Ryder ai delegati sindacali, datoriali e governativi che partecipano alla 103ª sessione della Conferenza Internazionale del Lavoro.

Tuttavia ha aggiunto: «Purtroppo, troppo spesso, le migrazioni vengono associate con i trattamenti inaccettabili e gli abusi inflitti ad alcuni fra le donne e gli uomini in situazione di maggiore precarietà nei nostri mercati del lavoro».

Il rapporto del Direttore Generale alla Conferenza di quest’anno Fair Migration, Setting an ILO agenda (Migrazioni eque: un programma per l’ILO) verrà discusso in sessione plenaria la settimana prossima.

Stimando in 232 milioni i lavoratori migranti in tutto il mondo, il rapporto segnala che è in continuo aumento il numero delle persone che attraversano le frontiere in cerca di lavoro. Il rapporto suggerisce delle politiche per rispondere alla globalizzazione, ai cambiamenti demografici, ai conflitti, alle disparità di reddito e al cambiamento climatico.

Nel 2014, l’ILO ha anche la presidenza del Global Migration Group delle Nazioni Unite.

Nel suo messaggio alla Conferenza Internazionale del Lavoro, papa Francesco ha detto che «già il notevole numero di uomini e donne costretti a cercare lavoro lontano dalla loro Patria è motivo di preoccupazione. Nonostante la loro speranza per un futuro migliore, essi frequentemente incontrano incomprensione ed esclusione per non parlare di quando fanno l’esperienza di tragedie e disastri».

Lavoro forzato


Mentre presentava l’agenda della Conferenza di quest’anno, Ryder ha anche lanciato un appello per una azione più decisa per eliminare il lavoro forzato.

«Oggi, nel mondo, sono 21 milioni le vittime del lavoro forzato. Se guardiamo in faccia questa preoccupante realtà, dobbiamo trarre la conclusione che non si tratta semplicemente dei resti degli abusi del passato. Il lavoro forzato si sta evolvendo e si ripropone nelle sue forme più virulenti», ha detto Ryder.

E ha aggiunto: «il lavoro forzato è un gigantesco mercato». «Le nostre ultime stime dimostrano che si tratta di un giro d’affari annuo di circa 150 miliardi di dollari».

La Conferenza ha in programma una discussione sul rafforzamento dell’azione per porre fine al lavoro forzato, e su un supplemento alla Convenzione dell’ILO (n. 29) sul lavoro forzato, con particolare attenzione alla prevenzione, alla protezione delle vittime e al loro risarcimento.

Tornando a parlare di disoccupazione, il capo dell’ILO ha avvertito che, «con i livelli mondiali di disoccupazione record e pur sempre in aumento malgrado la timida ripresa economica, e con i giovani che sono le prime vittime, il lavoro deve essere la priorità e il centro della nostra azione».

Transizione dall’economia informale a quella formale


L’edizione 2014 del Rapporto sul mondo del lavoro: l’occupazione al centro dello sviluppo, presentato all’inizio di questa settimana, pone l’accento sulle sfide dell’occupazione nei paesi in via di sviluppo.

«La qualità del lavoro — il lavoro dignitoso — è un motore fondamentale dello sviluppo» ha detto Ryder. Questo messaggio chiave del rapporto è chiamato a influenzare la discussione della Conferenza sulla transizione dall’economia informale a quella formale.

«La formalizzazione del lavoro porta protezione e condizioni migliori per i lavoratori; garantisce una concorrenza equa e migliora la sostenibilità delle imprese; genera entrate e rafforza l’autorità dei governi» ha aggiunto Ryder.

Guy Ryder ha anche evocato «la necessità di iscrivere i posti di lavoro dignitosi e la protezione sociale fra gli obiettivi espliciti dell’Agenda di sviluppo post-2015 delle Nazioni Unite».

La Conferenza Internazionale del Lavoro dura fino al 12 giugno e riunisce i delegati dei lavoratori, dei datori di lavoro e dei governi dei 185 Stati membri dell’ILO.