Bangladesh

Ryder: l’eredità del Rana Plaza deve servire per migliorare le condizioni di lavoro a livello globale

Il Direttore Generale dell’ILO denuncia il costo umano causato da misere condizioni di lavoro e lancia un appello affinché la tragedia del Rana Plaza non si ripeta più.

Comunicato stampa | 3 aprile 2014
Copenaghen (ILO News) – «Il Rana Plaza è un appello al mondo intero per l’adozione di misure sulle condizioni di lavoro dignitoso» ha dichiarato il Direttore Generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) in un incontro ad alto livello a Copenaghen sul tema della produzione del tessile e dell’abbagliamento in Bangladesh.

Il crollo del palazzo del Rana Plaza, nella capitale Dhaka nell’aprile 2013, è costato la vita a oltre 1.100 lavoratori mentre molti altri sono rimasti feriti.

«Non possiamo aspettare altre tragedie come questa prima di agire per far si che le aziende e i luoghi di lavoro siano posti sicuri e dignitosi», ha affermato Ryder nel corso dell’evento «Post Rana Plaza: una visione per il futuro», organizzato dal governo danese.

Ryder ha parlato delle misure avviate con il governo del Bangladesh, le organizzazioni datoriali e i sindacati, incluse: valutazioni sullo stato dei fabbricati e dei sistemi antincendio; ispezioni sul lavoro; salute e sicurezza, riabilitazione e formazione professionale per i sopravvissuti.

Queste ed altre misure sono state concordate nel Piano di azione nazionale tripartito, a supporto del quale l’ILO sta attuando nel paese un programma di tre anni e mezzo da 24,2 milioni di dollari.

La risposta internazionale


Ryder ha anche parlato delle attività internazionali in corso come l’Accordo tra più di 150 marchi internazionali e rivenditori e i fornitori in Bangladesh, IndustriALL e UNI Global. L’Accordo, presieduto dall’ILO, comprende 1.639 aziende produttrici di abbigliamento per esportazione su un totale di 3.498.

Secondo Ryder il coordinamento internazionale è essenziale in un’epoca in cui la catena di fornitura attraversa tutti i confini.

«Dobbiamo fare un bilancio affinché nella catena di fornitura globale siano garantite le condizioni di sicurezza e il rispetto dei diritti fondamentali del lavoro, in modo tale che i beni, ovunque prodotti, siano fatti in condizioni di lavoro dignitoso», ha dichiarato.

Il lavoro svolto dal Comitato di Coordinamento del Rana Plaza è incoraggiante, ha proseguito Ryder. Il Comitato è stato creato dal governo del Bangladesh, dalle organizzazioni dei datori di lavoro, dai sindacati, dai marchi dell’abbigliamento e dalle ONG per assicurare l’indennizzo dei sopravvissuti e delle famiglie delle vittime. Tuttavia, questo lavoro deve continuare per dare più slancio e per assicurare che fondi sufficienti vengano raccolti attraverso il Donor Trust Fund.

Il miglioramento è nell’interesse di tutti


Il settore dell’abbigliamento in Bangladesh ha un ruolo strategico per il paese. Da solo contribuisce alla maggior parte all’attuale crescita del 6% del PIL e, negli ultimi anni, ha aiutato a ridurre in maniera significativa i livelli di povertà.

«Il settore deve garantire condizioni di sicurezza ed essere più sostenibile, mantenendo allo stesso tempo il suo ruolo di sostegno alle legittime aspirazioni di sviluppo del Bangladesh», ha detto Ryder.

«Migliorare le condizioni di lavoro è nell’interesse di tutti, essere un’impresa più sicura non vuol dire rinunciare ad avere più profitti», ha aggiunto.

Ryder ha incontrato il Primo Ministro danese, Helling Thorning-Schmidt, il quale ha riaffermato l’impegno del paese nei confronti dell’ILO ed ha annunciato l’allocazione di ulteriori fondi per gli sforzi diretti a migliorare le condizioni di lavoro nei paesi in via di sviluppo, compreso il Bangladesh.

«Apprezziamo la continua cooperazione con il governo danese e l’allocazione di nuovi fondi che ci aiuteranno a migliorare le condizioni di lavoro», ha dichiarato Ryder che, nel corso della sua visita, ha anche incontrato il Ministro del lavoro, il Ministro per il commercio e lo sviluppo, nonché i rappresentanti dei datori di lavoro e dei sindacati.