Per l’ILO il numero dei decessi sul lavoro è ampiamente sottostimato

Ogni anno, 2,2 milioni di persone muoiono a causa di incidenti o di malattie legate al lavoro. È quanto riporta l’Ufficio internazionale del Lavoro (ILO) in un rapporto che sarà presentato il prossimo lunedì nel quadro del Congresso mondiale sulla sicurezza e la salute sul lavoro. Secondo lo stesso rapporto, questa cifra sarebbe largamente sottovalutata a causa della scarsa raccolta dei dati in diversi paesi.

Comunicato stampa | 18 settembre 2005

ORLANDO, Florida (Notizie dall’ILO) - Ogni anno, 2,2 milioni di persone muoiono a causa di incidenti o di malattie legate al lavoro. È quanto riporta l’Ufficio internazionale del Lavoro (ILO) in un rapporto che sarà presentato il prossimo lunedì nel quadro del Congresso mondiale sulla sicurezza e la salute sul lavoro. Secondo lo stesso rapporto, questa cifra sarebbe largamente sottovalutata a causa della scarsa raccolta dei dati in diversi paesi.

Anche se il numero delle malattie e dei decessi segna una leggera diminuzione nei paesi industrializzati, il rapporto dell’ILO segnala che gli incidenti, in particolare quelli mortali, sembrano aumentare. È il caso di alcuni paesi asiatici nei quali il fenomeno è legato allo sviluppo rapido e alla forte pressione della globalizzazione in materia di concorrenza.

Secondo Juan Somavia, Direttore generale dell’ILO : « La sicurezza e la salute sono elementi fondamentali per garantire la dignità sul lavoro. Ciò nonostante, ogni giorno nel mondo una media di 5 000 uomini e donne perdono la vita a causa di incidenti o di malattie legate al lavoro. Un lavoro dignitoso è un lavoro svolto in condizioni di sicurezza. Siamo ben lungi da questo obiettivo ».

D’altronde, il rapporto dell’ILO intitolato Decent Work - Safe Work. ILO Introductory Report to the XVIIth World Congress on Safety and Health at Work (Orlando, USA), mette in risalto il fatto che la malaria e le altre malattie contagiose legate al lavoro, nonché i tumori causati dalle sostanze pericolose provocano un sempre maggiore numero di vittime, in particolare nei paesi in via di sviluppo. La maggior parte della popolazione attiva è priva di misure preventive per quanto riguarda la sicurezza e la salute, non riceve nessun compenso in caso di incidente o di malattia e non ha accesso a servizi sanitari sul lavoro.

Secondo Jukka Takala, Direttore del programma Safework dell’ILO : « La realtà è che, in alcune parti del mondo, molti lavoratori muoiono per mancanza di una sufficiente cultura della sicurezza. Questo è il tributo da pagare per uno sviluppo mal controllato. Dobbiamo agire rapidamente per invertire questa tendenza ».

Secondo il rapporto, sono in particolare gli uomini in età lavorativa (sotto i 65 anni) a rischiare maggiormente la vita, mentre le donne soffrono piuttosto di malattie contagiose dovute al lavoro, di fattori psicosociali e di problemi scheletrico-muscolari di lunga durata. In diversi paesi industrializzati, metà dei lavoratori vanno in pensione anticipata o con una pensione di invalidità, senza raggiungere l’età pensionabile normale. Nonostante i fattori responsabili di questa tendenza non siano tutti riconducibili all’attività professionale, l’ambiente di lavoro occupa una posizione chiave per la prevenzione e il mantenimento delle capacità lavorative tramite i sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro.

Secondo il rapporto, in molti paesi in via di sviluppo, i sistemi di raccolta delle informazioni e di gestione della sicurezza e della salute sono carenti e talvolta si deteriorano. Ad esempio, l’India riporta 222 incidenti mortali e la Repubblica Ceca, in cui la forza lavoro rappresenta l’1 percento di quella dell’India, ne riporta 231. Infatti, secondo le stime dell’ILO, il numero effettivo di incidenti mortali in India potrebbe ammontare addirittura a 40 000. Queste statistiche suggeriscono che nei paesi in via di sviluppo, solo un parte esigua del numero totale dei decessi e delle malattie legati al lavoro è conosciuta e viene riportata.

Ogni anno, le sostanze pericolose sono causa della morte di circa 440 000 lavoratori. Solo l’amianto uccide 100 000 lavoratori. Nel Regno Unito, secondo le statistiche nazionali, 3 500 persone perdono la vita ogni anno a causa di questo materiale — dieci volte il numero degli incidenti mortali.

Un recente rapporto dell’Unione Europea stima in 120 000 gli incidenti mortali legati al lavoro nella UE a 15. Le stime dell’ILO sono di 122 000 per la UE a 15, mentre sono di 103 000 per gli Stati Uniti.

Mentre le malattie professionali sono il principale problema dei paesi industrializzati, nei paesi in via di sviluppo prevalgono i rischi di incidenti nei settori quali le miniere, l’edilizia o l’agricoltura. Questi settori sono diventati meno importanti nei paesi industrializzati nei quali l’attività si è sviluppata in settori più sicuri quali le banche e il commercio.

Altra constatazione del rapporto, i lavoratori più giovani (15-24 anni) tendono a riportare casi più numerosi di incidenti non mortali, mentre i lavoratori di oltre 55 anni sono più soggetti agli incidenti mortali e alle malattie professionali.

Un dato nuovo del rapporto è che le donne sono molto più soggette rispetto agli uomini alle malattie contagiose legate al lavoro, quali la malaria nel settore dell’agricoltura e le infezioni batteriche e virali, nonché ai problemi scheletrico-muscolari. Gli uomini muoiono per lo più a causa di incidenti, di malattie polmonari e di tumori professionali in particolare quelli da amianto. In alcune parti del mondo, il risultato è ulteriormente aggravato dall’HIV/AIDS. In diversi paesi in via di sviluppo e nelle economie in transizione, la speranza di vita è calata molto sotto l’età pensionabile ufficiale di 65 anni e anche sotto l’età media di pensionamento effettivo dei paesi industrializzati tra 59 e 61 anni.

Secondo Jukka Takala, la maggior parte dei lavoratori nel mondo sono privi di misure legali di prevenzione e non riceveranno nessun compenso in caso di incidente o di malattia ; la maggioranza non ha mai visto un medico o un ispettore del lavoro.

Il rapporto segnala inoltre che alcuni problemi emersi recentemente quali i fattori psico-sociali, la violenza, gli effetti dell’alcol o delle droghe, lo stress, il fumo e l’HIV/AIDS portano ad un aumento rapido del numero delle malattie e ad un incremento della mortalità ovunque nel mondo. Si stima che il fumo, al quale sono maggiormente soggetti i lavoratori nei settori della ristorazione, delle attività ricreative e dei servizi, è causa del 14 per cento dell’insieme dei decessi legati al lavoro, cioè poco meno di 200 000 ogni anno. Secondo le stime dell’ILO saranno 28 milioni nel 2005 i lavoratori morti a causa dell’HIV/AIDS dall’inizio dell’epidemia. Il programma educativo dell’ILO SOLVE è attivo in diversi paesi per fronteggiare questi problemi sia al livello delle politiche che al livello delle singole imprese.

Secondo l’ILO, la riduzione degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali passa attraverso un’azione a livello internazionale, regionale, nazionale nonché al livello delle imprese. A questo scopo, l’ILO ha sviluppato una « Strategia Globale » in cinque punti per incoraggiare l’utilizzo degli strumenti esistenti come la Convenzione (n. 155) sulla sicurezza e la salute sul lavoro, 1981, e le altre norme del lavoro dell’ILO sulla sicurezza e la salute sul lavoro. Il rafforzamento dei sistemi nazionali di sicurezza sul lavoro tramite la collaborazione tripartita è fondamentale. Ciò include le disposizioni legislative e la loro applicazione, lo sviluppo delle capacità dell’ispezione del lavoro, la gestione delle conoscenze, lo scambio di informazioni, la ricerca e i servizi di supporto. I sistemi di gestione, quali il sistema ILO-OSH2001, sono importanti, soprattutto se vengono appoggiati dalle leggi e dalle regolamentazioni. Non si dovrebbero considerare gli ispettori del lavoro come una limitazione o una minaccia per gli affari : infatti, sono proprio i paesi dotati da un buona ispezione a dimostrasi anche i più competitivi.

« L’ILO ha sempre sostenuto attivamente le iniziative dei paesi che sviluppano politiche nazionali », ha affermato M. Takala. « Per esempio, la creazione in Argentina e in Colombia di comitati di sicurezza tripartiti nel settore delle costruzioni allo scopo di discutere e formulare le rispettive politiche nazionali e programmi per questo settore ». Irlanda, Israele e Argentina hanno recentemente sottoscritto accordi con l’ILO sull’adozione di Direttive sui sistemi di gestione dell’ILO.

Altri progressi sono visibili per esempio in Giappone, che ha recentemente ratificato la Convenzione sull’amianto divenendone il 28º membro e ha predisposto un piano d’azione per interdire questa sostanza. Il Lussemburgo si è impegnato a ratificare le 21 convenzioni dell’ILO sulla salute e la sicurezza sul lavoro. La Cina ha messo a punto una descrizione della situazione del paese in questa materia in vista della ratifica della Convenzione 155. In totale, 134 paesi, per ultimo l’Estonia, hanno aderito e già ratificato la Convenzione sulle ispezioni del lavoro.

La nuova Strategia globale dell’ILO considera la collaborazione internazionale un elemento chiave per intensificare gli sforzi volti a prevenire e a mobilitare le risorse per promuovere la salute e la sicurezza sul lavoro. Quest’anno, circa 115 paesi hanno organizzato eventi a livello nazionale in occasione della Giornata mondiale sulla salute e la sicurezza sul lavoro (28 aprile) lanciata dall’ILO per dare maggiore eco alla Giornata di commemorazione dei lavoratori deceduti o feriti sul lavoro. Un partenariato forte è stato stabilito dall’ILO con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA), l’Organizzazione Marittima Internazionale (OMI), la Commissione Internazionale della salute sul lavoro (CIST), l’Associazione Internazionale dell’Igene sul Lavoro, l’Associazione Internazionale sulle Ispezioni del Lavoro, l’Associazione Internazionale di Ergonomia e altre. Tra gli esempi di collaborazione figurano iniziative quali il Programma mondiale per l’eliminazione della silicosi e il Joint African Effort insieme all’OMS, o altre iniziative sulla sicurezza chimica con nuove organizzazioni internazionali, sulla protezione contro le radiazioni con l’AIEA, sulla sicurezza e la salute per lo smantellamento delle imbarcazioni con l’OMI e la Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri dei rifiuti pericolosi e del loro smantellamento, sullo sviluppo di servizi di base con il CIST e molti altri.

L’ILO considera il Congresso mondiale sulla salute e la sicurezza sul lavoro, di cui è co-organizzatore, un momento importante di scambio di tecniche e buone pratiche ma anche un’occasione unica per promuovere una maggiore sensibilizzazione sui costi umani ed economici causati dagli infortuni sul lavoro e dalle malattie professionali.