A partire da un insieme di dati sull’occupazione nel 2010, l’ILO chiede al G20 di porre maggiore attenzione al tema del lavoro

Davanti a un “mercato del lavoro fragile”, caratterizzato da un persistente elevato livello di disoccupazione, una “stagnazione” della crescita dei posti di lavoro e da una diminuzione dei salari, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha chiesto oggi al Gruppo dei 20 (G20) di porre maggiore attenzione alle “politiche in favore dell’occupazione produttiva e della crescita ad alta intensità di occupazione” nel corso del loro prossimo incontro a Seoul, al quale dovrebbe prendere parte anche il Direttore Generale dell’ILO Juan Somavia.

Comunicato stampa | 8 novembre 2010

GINEVRA (Notizie dall’ILO) — Davanti a un “mercato del lavoro fragile”, caratterizzato da un persistente elevato livello di disoccupazione, una “stagnazione” della crescita dei posti di lavoro e da una diminuzione dei salari, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha chiesto oggi al Gruppo dei 20 (G20) di porre maggiore attenzione alle “politiche in favore dell’occupazione produttiva e della crescita ad alta intensità di occupazione” nel corso del loro prossimo incontro a Seoul, al quale dovrebbe prendere parte anche il Direttore Generale dell’ILO Juan Somavia.

In un nuovo aggiornamento statistico preparato in vista del Vertice del G20 che si terrà l’11 e il 12 novembre, l’ILO afferma che, rispetto al 2009, nel 2010 la disoccupazione è aumentata in 10 paesi del Gruppo dei 20, mentre per 8 paesi è diminuita[nota 1]. Inoltre, la maggior parte delle economie emergenti ha registrato nel 2010 un aumento dell’occupazione e una diminuzione della disoccupazione.

Nonostante nel 2010 vi sia stata una crescita positiva dell’occupazione in tutti i paesi del G20, più forte nelle economie emergenti che nelle economie ad alto reddito, il rapporto sottolinea come questa crescita dell’occupazione non sia stata abbastanza forte da far ripartire il mercato del lavoro fermo dall’inizio della crisi economica.

Allo stesso tempo, l’analisi dell’ILO afferma che il numero di disoccupati rimane al livello record di 210 milioni, 30 milioni in più rispetto al periodo antecedente la crisi nel 2007, mentre i salari reali sono diminuiti in media del 4 per cento rispetto ai livelli pre-crisi.

Oggi, le crescenti disuguaglianze di reddito e la debole, se non nulla, crescita dei salari della maggior parte dei lavoratori si traducono fondamentalmente in una domanda aggregata insufficiente e in squilibri nel conto corrente della bilancia dei pagamenti.

L’ILO dichiara che per i prossimi dieci anni i paesi del G20 dovranno creare 21 milioni di posti di lavoro all’anno — circa la metà dei 44 milioni necessari a livello mondiale — soltanto per riuscire a compensare l’aumento della popolazione attiva.

“La disoccupazione non è l’unico problema”, afferma Rafael Diez de Medina, Direttore dell’Ufficio Statistico dell’ILO, che evidenzia come nelle economie ad alto reddito si sia registrata anche una diminuzione delle ore di lavoro e del tasso di partecipazione della forza lavoro, come anche un significativo aumento dei lavoratori scoraggiati.

“Tutto ciò è abbastanza preoccupante, in quanto si tratta di aspetti che non rientrano nei dati sulla disoccupazione, ma che hanno un importante impatto in termini di coesione sociale. Nel 2010 la sottoccupazione legata alla riduzione dell’orario di lavoro si è stabilizzata, ma rimane elevata in numerosi paesi del G20”, ha aggiunto Diez de Medina.

Di seguito alcuni dei principali risultati del rapporto:

  • Nei 18 paesi analizzati, nella prima metà del 2010 i disoccupati ammontavano a 70 milioni (15,5 milioni in Europa, 22 milioni nelle altre economie ad alto reddito e 32,5 milioni nelle economie emergenti).
  • Il tasso di disoccupazione nei paesi del G20 varia dal 25 al 5 per cento, con una mediana del 7,8 per cento. A metà 2010, la disoccupazione era superiore del 70 per cento rispetto al suo livello pre-crisi nelle economie ad alto reddito (esclusa l’Europa) e del 30 per cento in Europa.
  • In tutti i paesi la disoccupazione è aumentata di più per gli uomini che per le donne.
  • Nei paesi del G20 la disoccupazione giovanile è in media due volte più elevata rispetto alla disoccupazione totale e si attesta intorno al 19 per cento.
  • La crisi ha accelerato il cambiamento strutturale in tutte le economie, con una significativa diminuzione dell’occupazione manifatturiera, la cui quota sull’occupazione totale si è ridotta dell’1,5-3 per cento.
  • Anche l’occupazione edilizia è diminuita nella maggior parte dei paesi.
  • Si registra una riduzione della partecipazione della forza lavoro maschile in tutte le regioni, mentre in Europa e nelle economie emergenti è aumentata la partecipazione femminile.

Elaborato a partire dai contribuiti dell’ILO ai precedenti incontri del G20, il rapporto promuove un approccio orientato ai redditi, che sia fondato sulla promozione dell’occupazione produttiva e di una crescita ricca di occupazione. Tale approccio dovrebbe includere un maggiore livello di investimenti e di accesso al credito, una più ampia attenzione alle piccole imprese, una graduale espansione della protezione sociale di base in tutti i paesi, una crescita dei salari reali in linea con gli aumenti di produttività e una migliore protezione dei lavoratori a basso reddito attraverso il salario minimo. Il rapporto afferma, infine, che queste politiche potrebbero condurre in tutti i paesi alla riduzione degli squilibri globali.

[nota 1] I dati del rapporto sono aggregati secondo tre gruppi: l’Europa, che include Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna; le economie ad alto reddito (esclusa l’Europa), che comprendono Australia, Canada, Corea, Giappone e Stati Uniti; le economie emergenti, che includono Argentina, Brasile, Indonesia, Messico, Russia, Sud Africa e Turchia.