ILO COOP 100 Interview

Intervista ILO al Presidente di Legacoop, Mauro Lusetti

Fondata nel marzo 1920, l'Unità Cooperative dell'ILO celebra il suo centenario nel 2020. In questa occasione, la serie di interviste ILO COOP 100 propone delle conversazioni con colleghi passati e presenti dell'ILO e con i partner chiave che sono stati strettamente coinvolti nel lavoro dell'ILO sulle cooperative e sulla più ampia economia sociale e solidale (ESS). Le interviste riflettono sulla loro esperienza e sul loro contributo nel passato e condividono le loro riflessioni sul futuro delle cooperative e dell'ESS in un mondo del lavoro in evoluzione.

Article | 12 June 2020

Buongiorno e ben trovate e ben ritrovati. Sono Valentina Verze dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro e sono molto lieta di essere qui oggi anche se solo virtualmente con il dottor Mauro Lusetti presidente di Legacoop nazionale in Italia. Ben trovato e grazie per la disponibilità. Ben trovata a lei. Questo colloquio fa parte di una serie di interviste che stiamo conducendo nel quadro della celebrazione del centenario dell'unità Cooperative dell’ Organizzazione Internazionale del Lavoro. L’unità è infatti stata creata nel 1920, l'anno dopo l'istituzione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro e questo proprio nasce dalla convinzione che le cooperative rappresentino un mezzo per il perseguimento del proprio mandato soprattutto nella promozione della giustizia sociale e il lavoro dignitoso. Quindi in questo quadro abbiamo deciso di celebrare l'unità soprattutto in un momento difficile come questo che stiamo vivendo oggi, creando dei momenti di dialogo con colleghi, amici, partner della dell'unità Cooperative. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro e Legacoop sono legate infatti da una collaborazione di lunga data su varie aree di lavoro che hanno dei valori in comune di cooperazione, uguaglianza e giustizia sociale. Quindi siamo davvero lieti di avere con noi il Dottor Mauro Lusetti presidente di Legacoop. La Lega Nazionale delle Cooperative delle Mutue, fondata nel 1886, è infatti la più antica organizzazione cooperativa Italiana. Legacoop conta oggi più di 15.000 imprese cooperative come associate che sono presenti in tutte le regioni e in tutti i settori produttivi italiani, dalle vendite al dettaglio, l'edilizia, l'agroalimentare fino a servizi assicurativi Finanziari, creditizi. Il dottor Lusetti oltre ad essere presidente di Legacoop nazionale dal 2014 è impegnato su vari fronti. È stato infatti eletto presidente anche dell'Alleanza delle ooperative Italiane dal 2019, incarico che peraltro aveva già ricoperto in precedenza. Nel 2014 è stato anche eletto presidente di Coopfund, fondo mutualistico per la promozione Cooperative. Dal 2015 è stato nominato presidente della fondazione Ivano Barberini. È anche presidente del centro italiano di documentazione sulla cooperazione e l'economia sociale, oltre ad essere oggi il vicepresidente di AICCON Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non profit. Insomma, possiamo dire un impegno di una vita nel mondo della cooperazione. Ed è proprio un po’ da lì che vorrei partire per il nostro dialogo, la nostra conversazione oggi.

Ci può dire un po’ di più sulla sua esperienza? Come ha iniziato a lavorare nel mondo della delle cooperative e della cooperazione in Italia ed in particolare in Legacoop?

Io ritengo di essere un uomo fortunato perché iniziai a lavorare all'età di 20 anni in quella che allora era la Lega Cooperative della mia provincia di Modena e da allora non sono più uscito da questo mondo. E quindi iniziare a lavorare come responsabile amministrativo a 20 anni e finire la mia carriera lavorativa da presidente di Legacoop, io credo che nessuno potrebbe desiderare qualcosa di più e meglio rispetto a questa mia esperienza. Quindi per questo motivo mi ritengo fortunato. Ho iniziato all'età di 20 anni appena finito il militare, poi sono entrato, dopo una esperienza di 4 - 5 anni in Legacoop Modena, sono passato a una cooperativa tra dettaglianti che era in fase di Espansione, dettaglianti del mondo Conad e in quel mondo con diversi incarichi e diverse responsabilità sono rimasto fino al 2014. Anno nel quale sono stato eletto per la prima volta presidente di Legacoop, in occasione della nomina dell'allora presidente Poletti a Ministro della Repubblica Italiana. Riconfermato nello stesso anno da un Congresso e poi rieletto l'anno scorso dal 40esimo Congresso di Rimini. Quindi un'esperienza tutta giocata all'interno del nostro mondo. C’è un detto che a volte viene usato per testimoniare questa vita passata all'interno del nostro mondo e che sono stato allevato e cresciuto a pane e cooperative. Ecco io non conosco un altro Mondo! Questo è parte integrante della mia vita.

Siamo partiti dal passato, però oggi ci troviamo in un oggi difficile, proprio dovuto a questa crisi sanitaria che sta avendo forti implicazioni anche Socio-economiche in vari paesi, per certi versi un momento inedito. In che modo la la crisi del Covid 19 ha colpito e sta colpendo le cooperative italiane oggi?

Vorrei fare due riflessioni. Una che riguarda il periodo del lock down e l'altra l'attualità e il futuro, futuro prossimo. Come tutto il resto della società italiana, il movimento cooperativo è stato colpito, è stato costretto a chiudere attività. E’ stato rinchiuso in casa in quel periodo e cioè da marzo fino ai primi di maggio, le nostre cooperative, quelle che erano sulla filiera essenziale, sull'attività essenziali hanno continuato a lavorare grosso modo tra il 40 e il 50 per cento delle imprese dei lavoratori. Il resto era fermo, ma in quel periodo noi abbiamo dimostrato che con i nostri Valori, legami con le nostre comunità, abbiamo dimostrato di essere una grande risorsa per questo paese. Perché bbiamo mantenuto vivo i servizi nei luoghi della sofferenza; perché molte nostre cooperative operavano nell'ambito dei Servizi, delle strutture ospedaliere, nelle RSA, lungo il sistema sanitario. Altre invece, come le cooperative che lavorano nel settore agricolo e nella distribuzione, hanno consentito a questo paese di avere una continuità di rifornimenti alimentari e quindi un elemento essenziale. Chi non era impegnato in queste filiera ha comunque continuato in maniera assolutamente solidaristica a sviluppare attività di sostegno per le fasce più deboli i bambini e gli anziani. Chi ha donato, noi abbiamo donato complessivamente più di 35 milioni di euro al sistema sanitario e alla protezione civile. C'è una nostra cooperativa proprietaria di un albergo che l'ha messo a disposizione al sistema sanitario per garantire la possibilità. Ai guariti di Covid di fare la convalescenza, A tutti coloro che non lo potevano fare nella propria abitazione. E quindi una. Quantità di materiale sanitario di protezione donati a tutti i. Livelli, in tutte le situazioni. Questa realtà ci è stata riconosciuta dalla opinione pubblica perché già da alcuni anni noi eravamo in una situazione complessa e abbiamo avuto un ritorno in questo periodo di un'opinione pubblica che ci ha considerato in maniera positiva per oltre il 50 per cento del della popolazione. Quindi un dato importante, è un dato significativo sul piano politico e sociale che c'è stato ultimamente riconosciuto anche dal presidente Mattarella che ha nominato tra gli altri, cavalieri del lavoro due nostri colleghi, un uomo una donna che hanno lavorato nelle filiere essenziale. Quindi nel periodo del lock down la cooperazione ha messo in mostra e si è messa in gioco e ha messo in mostra i suoi valori principali di solidarietà di attenzione alla comunità, e particolare attenzione al valore nei confronti delle persone, dei loro diritti e dei temi della salute. Questo però è un mondo finito e chiuso adesso facciamo i conti non più con un’ emergenza di tipo sanitario, anche se dobbiamo mantenere prudenza attenzione, tutte le considerazioni del caso; ma nel sentimento, nell'atteggiamento delle persone sta prevalendo la grandissima preoccupazione per l'emergenza economica e sociale e su questo si gioca un'altra partita. Proprio infatti ricollegandomi rispetto alle riflessioni che stava facendo: da un lato l'impatto che comunque ha avuto la crisi sanitaria sul settore produttivo e delle imprese di cui le cooperative e il mondo cooperativo fa parte; ma anche la capacità Di attori che fanno parte del mondo della cooperazione e anche forse più ampio dell'economia sociale di rispondere in maniera pronta.

In questo quadro, qual è stato e quale è, perché stiamo veramente ancora vivendo il pieno di questa crisi, il ruolo di Legacoop nel contesto Nazionale? Quale tipo di supporto ha richiesto Legacoop al governo italiano nella risposta alle crisi e adesso nella fase di rilancio?

Ma intanto c'è da dire che noi ci siamo mossi in tutta questa vicenda prima del lock down e poi successivamente della ripartenza in come Alleanza delle Cooperative Italiane. L'alleanza delle Cooperative Italiane è un progetto strategico che coinvolge Legacoop, Confcooperative e AGCI, che sono le tre principali organizzazioni di rappresentanza del mondo cooperative. Il 90 per cento del mondo è rappresentato da queste tre organizzazioni. Va detto perché nel momento in cui fai rappresentanze e ti metti in un contesto di interlocuzione con le Istituzioni, devi avere una capacità e una forza che solo l'Alleanza ti dà in termini anche di rappresentanza complessiva. Il movimento cooperativo che si riconosce nell’Alleanza e rappresenta oggi l'otto per cento del PIL italiano, quindi una realtà economica e sociale di una dimensione incredibile. Ed è partendo da questa importanza sul piano economico e sul piano sociale, del movimento cooperativo nel suo complesso, che noi abbiamo costruito innanzitutto un'idea di paese Futuro. Noi ci siamo messi in un contesto di interlocuzione dove abbiamo cercato di immaginare quello che sarà, quello che a nostro avviso dovrà essere il nostro paese, l'economia, la società e in quel contesto abbiamo cominciato a costruire anche proposte, richieste che fossero non connotate dall'emergenza ma che fossero tasselli di un disegno più complessivo, coerente con una visione all'interno della quale la consapevolezza che il Covid non ci ha portato nulla di nuovo o quasi niente. Ci ha accelerato dei percorsi, dei processi che erano già esistenti, rendendoli in alcuni casi più evidenti, in altri molto più pesanti, in altri laceranti, in altri ancora ci ha fatto toccare con mano la possibilità che cambiare si può. Allora anche qui l'atteggiamento del movimento Cooperative, se lo dovessi rappresentare con due pennellate, è stato resiliente per un verso, flessibile per un altro. Resiliente perché è la nostra natura, noi difendiamo fino alla fine ogni posto di lavoro e cerchiamo di non lasciare indietro essuno. Abbiamo un un atteggiamento molto proattivo nei confronti della comunità e quindi abbiamo cercato con tutti i nostri mezzi; lo citavo prima gli elementi di solidarietà concreta che abbiamo messo in campo; di tenere insieme, di ricucire anche le fratture più profonde che questa pandemia ha costruito nella società. Ma al tempo stesso abbiamo cercato di essere flessibili chiedendo al governo alcune cose. Innanzitutto un tema di liquidità: le nostre imprese, come gran parte dell'economia, hanno bisogno di sopravvivere e la chiusura totale è qualche cosa che ha messo in crisi l'economia e i rapporti sociali, la prospettiva di futuro. E quindi il tema della liquidità. In questo senso il governo ha agito bene. Ha agito bene mettendo in campo risorse importanti, agito bene rapportandosi con l'Europa nella maniera corretta. Abbiamo problemi atavici del nostro paese che sono la burocrazia, che sono il continuo proliferare di leggi e leggine che stanno rendendo difficile il trasferimento di queste risorse stanziate alla società, alle persone, alle famiglie, ai lavoratori, alle imprese. Quindi in quel senso stiamo interloquendo per avere una velocizzazione delle attività. Dopo di che, in questa fase qui, si sta immaginando un futuro che noi vorremmo che fosse sostenibile, che noi vorremmo che fosse coerente con gli obiettivi 2030 dell’ONU, vorremmo che fosse rispettoso della natura e dell'ambiente, vorremmo che fosse volto a evitare qualsiasi spreco di natura economica ma anche soprattutto di natura umano. Quindi questa idea di economia sostenibile, questa idea di economia che metta al centro i valori e i diritti delle persone è l'idea su cui noi abbiamo costruito e rappresentato in un documento che abbiamo intitolato “Ricostruire l'Italia cooperando” e che abbiamo consegnato al Presidente del Consiglio, alle forze politiche, alle forze economiche e sul quale stiamo cercando di costruire un'interlocuzione che consenta di uscire da questa situazione immaginando una società diversa, perché il virus ha delle origini anche territoriali di un certo tipo ma la sua diffusione e la sua presenza, presenza devastante trova terreno fertile in una idea di società che a noi non piace per nulla. Proprio riallacciandomi a questa considerazione che ha fatto su questa crisi sanitaria, che in realtà è anche socio-economica e che Di conseguenza in realtà ha soltanto messo in luce ed acuito dei problemi e dei fattori che erano precedenti; e volgendo un po’ lo sguardo al futuro per non perdere poi la lungimiranza di cui parlava.

Immaginando questo futuro di cui sta parlando E quindi post Covid 19, quale può essere il ruolo delle cooperative del mondo delle cooperative in questa transizione verso questa società?

Mah noi siamo persone estremamente concrete perché abbiamo a che fare quotidianamente con i problemi dei nostri soci, dei laboratori nostre cooperative delle comunità e quindi abbiamo affrontato questa questione innanzitutto mettendosi in discussione e lavorando su noi stessi. Prima di chiedere qualche cosa dobbiamo riuscire a dimostrare quello che noi siamo nelle condizioni di fare per questo paese. E allora abbiamo iniziato a ragionare sul nostro modo di operare, sulla sulle nostre capacità di immaginarci nella nuova normalità e in questa attività di revisione e ridiscussione abbiamo la consapevolezza che questa crisi metterà a rischio anche la vita di tante nostre cooperative. Quindi innanzitutto abbiamo cominciato a lavorare sui noi stessi per mettere in sicurezza le nostre imprese, i soci e le socie delle nostre cooperative, i lavoratori perché questo è il primo Elemento. Non puoi immaginare un futuro se tu non riesci a gestire e a prospettare il tuo presente. Quindi questa è la prima grande attività. La seconda è quella che uno dei pochissimi elementi che ha messo in evidenza la emergenza sanitaria che la transizione digitale di questo paese è elemento fondamentale per immaginare un futuro diverso rispetto a quello che stiamo che stiamo vivendo come società e come Covid. In men che non si dica tutti siamo diventati esperti di smart working, di relazioni a distanza, di webinar, di attività tutte giocate sulla rete. Si è messo in evidenza anche un limite forte di questo paese. C'è un paese, c'è una parte di questo paese dove non ci sono le infrastrutture, non arriva la rete. C'è una parte della società che non ha a disposizione neanche un tablet, un pc e un'altra parte che ne ha a disposizione uno ma con nuclei familiari che dovrebbero contemporaneamente utilizzarlo. E quindi il rischio che vediamo e che questa accelerazione nella transizione digitale crei ulteriori fratture e approfondisca le divisioni tra un paese che è in grado di intercettare i cambiamenti e un altro che ne viene costantemente escluso. Quindi un primo grande tema è una sorta di alfabetizzazione digitale che coinvolga tutto il paese a partire da quelle zone che questa pandemia ha messo in forte difficoltà, perché non servite, perché non in grado di dotarsi degli strumenti necessari. Quindi una prima grande azione da farsi qualunque governo ci sia, qualunque attività noi si possa immaginare é prendere atto che la transizione digitale deve coinvolgere tutto il paese, sia dal punto di vista formative, sia dal punto di vista delle infrastrutture sia dal punto di vista dei mezzi messi a Disposizione. Perché parlare di scuola a distanza e poi un 30 per cento delle famiglie non sono servite dalla rete o non hanno a disposizione un tablet, significa continuare a parlare di parte del paese escludendone un’altra. Noi questo non lo vogliamo, per cui questa è una primo grande questione. La seconda grande questione quindi è l'idea di un'economia sostenibile e quindi tutto ciò che riguarda il rispetto dell'ambiente, che riguarda l'uso delle risorse naturali, che riguarda il consumo del suolo, che riguarda il recupero di aree interne di questo paese, che riguarda la lotta agli sprechi e quindi l'economia circolare che riguarda la white economy e quindi un rapporto diverso tra stato e private. Sono tutti elementi sulle quali il movimento cooperativo si può riposizionare può per la sua natura di imprese sociali senza scopo di lucro, diventare interlocutore primario prioritario e privilegiato dello stato per quanto riguarda un'idea nuova di solidarietà e di welfare. Quindi questi sono gli elementi che sono contenuti nel nostro documento che abbiamo consegnato al Presidente del Consiglio e che fanno parte di quel contributo che il movimento cooperativo può dare per immaginare la nostra società proiettata in una nuova Normalità.

E proprio facendo riferimento alla solidarietà, appunto in un contesto multilaterale e quindi più ampio e appunto valica i confini nazionali, come pensa che il mondo delle cooperative italiane si posizioni e possa anche avere un ruolo rispetto al al movimento più ampio sia a livello europeo che nel mondo e anche rispetto al movimento dell'economia sociale e solidale o economia sociale che dir si voglia?

Ma guardi, Legacoop e il movimento cooperativo italiano da sempre ha avuto questa vocazione internazionalista, nel senso che abbiamo avuto anche l'onore di avere un nostro collega Barberini Ivano, grandissimo cooperatore e presidente dell’ ACI. Barberini lo cito volentieri non solo perché è stato un mio maestro e io sono un suo concittadino. Purtroppo ormai sono dieci anni che ci ha lasciato, ma lo cito volentieri perché proprio nei cento anni dell'ILO citare Ivano Barberini significa citare una persona che con l'ILO ha costruito un rapporto molto importante. Grazie a questa relazione poi abbiamo come dire consolidato anche negli anni successivi un rapporto, una relazione di grande vicinanza e di grande utilità anche in una serie di attività. L'ultima delle quali la cito ben volentieri perché l’ILO è stato nostro partner nell'ultimo congresso e ci sta seguendo una serie di percorsi formativi di assoluto livello e di assoluta qualità. Quindi questa nostra vocazione che si è estrinsecata nel tempo, soprattutto non tanto in attività di natura economica che pure esistevano ma in un scambio costante, continuo con i movimenti cooperativi soprattutto dei paesi in via di sviluppo per trasferire un modello, trasferire una conoscenza, trasferire una modalità con la quale promuove le cooperative perché l'auto imprenditorialità, perché i valori cooperativi, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, sono fondamentali per togliere dall'indigenza e dalla sofferenza e dalle difficoltà le fasce di popolazione più debole più immaginate. Quindi riscoprire in questa attività le nostre origini. Noi siamo nati, come diceva lei, nel 1886 per fare fronte ai bisogni primari di fasce della popolazione che erano le più emarginate. E quindi difendere il lavoro, garantire la distribuzione degli alimenti attraverso le cooperazioni di consumo, promuovere forme di solidarietà dal punto di vista delle coperture sanitarie. Quindi elementi molto basilari legati ai bisogni primari delle persone. Noi crediamo che la forma cooperativa abbia in sé questa sua capacità e quindi ci rapportiamo con le organizzazioni internazionali e con i singoli movimenti cooperativi nazionali esportando soprattutto un modello, una modalità con la quale promuovere nuove Cooperative. Questo è qualcosa che ci inorgoglisce perché riteniamo che in questa attività ci sia anche un’interpretazione delle nostre radici. La ringrazio davvero molto Lancora una volta per la sua disponibilità e le auguro buon lavoro soprattutto nella visione di questo futuro. Vi auguro così come nella nostra natura di cooperatori non solo di vivere altri 100 anni così come state oggi celebrando il vostro centenario. Vi auguro di continuare ad avere e e mi auguro di continuare avere con ILO questa relazione fruttuosa che è giocata tutta nel nell'interesse delle persone più deboli e i più fragili. Grazie a voi grazie arrivederci.