Prospettive occupazionali e sociali nel mondo 2023

OIL: garantire il lavoro dignitoso ai lavoratori essenziali

La pandemia di COVID-19 ha dimostrato come le società abbiano sottovalutato i lavoratori essenziali e quanto sia importante garantire a questi lavoratori una retribuzione adeguata e condizioni di lavoro dignitose.

Comunicato stampa | 15 marzo 2023
© KB Mpofu / ILO
GINEVRA (notizie OIL) — Un nuovo rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) rileva come i paesi dovrebbero impegnarsi per migliorare le condizioni di lavoro e le retribuzione dei lavoratori essenziali, i quali hanno dimostrato esser stati fondamentali durante la crisi di COVID-19, in modo da riflettere pienamente il loro contributo nella società e la loro importanza per il funzionamento quotidiano delle economie.

Il rapporto World employment and social outlook 2023: The value of essential work (“Prospettive occupazionali e sociali nel mondo. Il valore dei lavori essenziali”) sottolinea quanto le economie e le società dipendano dai lavoratori essenziali e quanto questi siano sottovalutati. Le cattive condizioni di lavoro dei lavoratori essenziali aggravano il turnover del personale e la carenza di manodopera, mettendo a rischio l’erogazione dei servizi di base.

Secondo il rapporto, per costruire la resilienza capace di fronteggiare crisi economiche e sociali, è necessario migliorare le condizioni di lavoro e investire maggiormente nei sistemi alimentari, nell’assistenza sanitaria e in altri settori chiave.

I lavoratori essenziali si ritrovano in otto gruppi occupazionali principali che comprendono la sanità, il settore alimentare, il commercio al dettaglio, la sicurezza, le pulizie e la sanificazione, i trasporti, le occupazioni manuali e quelle tecniche e amministrative.

Sulla base dei dati disponibili in 90 paesi, il 52 per cento dei posti di lavoro è occupato da lavoratori essenziali, anche se nei paesi ad alto reddito, dove le attività economiche sono più diversificate, la quota risulta inferiore (34 per cento).

Durante la crisi di COVID-19 i lavoratori essenziali hanno registrato complessivamente tassi di mortalità più elevati rispetto ai lavoratori non essenziali. Tali tassi di variavano in base alle diverse categorie di lavoratori essenziali; ad esempio, nei paesi in cui i dati erano disponibili, i lavoratori dei trasporti avevano tassi di mortalità più elevati rispetto agli operatori sanitari. I risultati rivelano l’importanza della tutela della salute e sicurezza sul lavoro (SSL), nonché della maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro formali, con rappresentanza collettiva.

Salari più bassi, orari più lunghi e altre carenze nelle condizioni di lavoro

In tutto il mondo, il 29 per cento dei lavoratori essenziali è non adeguatamente retribuito (si intende una retribuzione inferiore ai due terzi del salario orario mediano). In media, i lavoratori essenziali guadagnano il 26 per cento in meno rispetto agli altri lavoratori, e solo i due terzi di questo divario è attribuibile all’istruzione e all’esperienza. Nel settore alimentare, la percentuale di lavoratori essenziali a bassa retribuzione è particolarmente elevata, pari al 47 per cento, mentre nel settore delle pulizie e della sanificazione è del 31 per cento.

Questi settori impiegano un’ampia quota di lavoratori migranti, soprattutto nei paesi ad alto reddito.

Quasi un lavoratore essenziale su tre ha un contratto temporaneo, sebbene vi siano notevoli differenze tra paesi e settori. Nell’industria alimentare il 46 per cento dei lavoratori ha un contratto temporaneo. Nelle occupazioni manuali, nelle pulizie e nella sanificazione, un lavoratore su tre ha un contratto temporaneo.

I lavori nei settori della pulizia e della sicurezza sono comunemente esternalizzati, mentre per altre occupazioni essenziali si ricorre abitualmente ai lavoratori interinali. Ciò avviene in particolare nel settore del magazzinaggio e, in misura crescente, in quello della sanità.

Oltre il 46 per cento dei lavoratori essenziali nei paesi a basso reddito ha orari di lavoro lunghi. Gli orari di lavoro prolungati sono più comuni nel settore dei trasporti, dove quasi il 42 per cento dei lavoratori essenziali a livello mondiale lavora più di 48 ore a settimana. Una quota consistente di lavoratori essenziali a livello mondiale ha anche orari irregolari o ridotti.

Quasi il 60 per cento dei lavoratori essenziali nei paesi a basso e medio reddito non beneficia di alcuna forma di protezione sociale. Nei paesi a basso reddito la protezione sociale è minima e raggiunge solo il 17 per cento dei lavoratori essenziali. Nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, il quadro è ancora più desolante per i lavoratori autonomi, che sono quasi del tutto privi di protezione sociale.

Garantire il lavoro dignitoso

“Gli operatori sanitari, i cassieri dei supermercati, gli addetti alle consegne, gli impiegati postali, i lavoratori marittimi, gli addetti alle pulizie e tutti coloro che forniscono cibo e beni di prima necessità hanno continuato a svolgere il proprio lavoro, giorno dopo giorno, anche nel pieno della pandemia, spesso correndo grandi rischi personali”, ha dichiarato il Direttore generale dell’OIL, Gilbert F. Houngbo. “Valorizzare i lavoratori essenziali significa garantire che essi siano adeguatamente retribuiti e che lavorino in buone condizioni. Il lavoro dignitoso è un obiettivo per tutti i lavoratori, ma è particolarmente critico per i lavoratori essenziali, che forniscono beni e servizi di vitale importanza sia nei momenti positivi che in quelli di crisi”.

Per garantire la continuità dei servizi essenziali in caso di future pandemie o altre emergenze come i disastri naturali, il rapporto raccomanda maggiori investimenti nei settori essenziali con particolare riguardo alle infrastrutture fisiche, alla capacità produttiva e alle risorse umane. La mancanza di investimenti, soprattutto nei sistemi sanitari e alimentari, contribuisce alle carenze del lavoro dignitoso e mina la giustizia sociale e la resilienza economica. Tra le altre raccomandazioni, il rapporto richiede di:
  • Garantire che i sistemi di salute e sicurezza sul lavoro coprano tutti i settori dell’attività economica e tutti i lavoratori, specificando chiaramente diritti e doveri, attraverso la collaborazione tra governo, rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro.
  • Migliorare le retribuzioni per compensare la sottovalutazione dei lavoratori essenziali e ridurre il divario salariale tra questi ultimi e quelli non essenziali, anche attraverso salari minimi negoziati o stabiliti per legge.
  • Garantire orari di lavoro sicuri e stabiliti, regolamentati anche attraverso la contrattazione collettiva.
  • Adattare i quadri giuridici in modo che tutti i lavoratori, indipendentemente dal loro status occupazionale e dagli accordi contrattuali, possano beneficare di protezione sociale, in particolare del congedo per malattia retribuito.
  • Aumentare l’accesso alla formazione, in modo che i lavoratori essenziali possano svolgere il proprio lavoro in modo efficace e sicuro.
Il rapporto delinea un quadro di riferimento per i paesi, come parte di un processo di dialogo sociale, utile per identificare le lacune in materia di lavoro dignitoso e resilienza economica rispetto ai lavoratori essenziali e i servizi essenziali e per sviluppare una strategia nazionale diretta ad affrontare tali criticità attraverso politiche e investimenti rafforzati.