La crescita dei salari a livello mondiale è la più bassa dal 2008 e le lavoratrici guadagnano il 20 per cento in meno dei lavoratori

L’ultimo Rapporto Mondiale sui Salari dell’OIL rileva una crescita globale dei salari piuttosto debole, mentre il divario retributivo di genere, pari a circa il 20 per cento a livello globale, rimane inaccettabile.

Comunicato stampa | 26 novembre 2018
© Betsy Davis / UN Women

GINEVRA (notizie OIL) — Il nuovo Rapporto Mondiale sui Salari dell’OIL riporta che, nel 2017, la crescita dei salari a livello globale è stata la piu bassa dal 2008 e al di sotto dei livelli precedenti alla crisi finanziaria globale.

Il rapporto mondiale sui salari 2018/19 constata che — in termini reali (al netto dell’inflazione) — la crescita dei salari a livello globale è scesa al 1,8 per cento nel 2017, dal 2,4 per cento nel 2016. I risultati sono basati sui dati provenienti da 136 paesi.

Nell’analizzare la crescita salariale, il rapporto evidenzia che nelle economie avanzate del G20 la crescita salariale in termini reali è scesa dallo 0,9 per cento del 2016 allo 0,4 per cento del 2017. Al contrario, nei paesi emergenti e in via di sviluppo del G20, la crescita salariale reale ha oscillato tra il 4,9 per cento del 2016 e il 4,3 per cento del 2017.

“È sconcertante constatare che nelle economie ad alto reddito vi sia una crescita salariale lenta a fianco di una ripresa della crescita del PIL e la caduta della disoccupazione. Le prime indicazioni suggeriscono che la crescita lenta del salario continua nel 2018”, ha detto il Direttore Generale dell’OIL Guy Ryder. “La stagnazione dei salari è un ostacolo alla crescita economica e all’aumento degli standard di vita. I paesi dovrebbero esplorare, di concerto con le parti sociali, le modalità per una crescita salariale socialmente ed economicamente sostenibile”.

Il rapporto evidenzia che, negli ultimi 20 anni, i salari reali medi sono quasi triplicati nei paesi emergenti e in via di sviluppo del G20, mentre nei paesi avanzati del G20 sono aumentati di appena il 9 per cento. Ma, in molte economie a reddito medio e basso, la disuguaglianza salariale rimane elevata e i livelli salari sono spesso insufficienti a soddisfare le esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie.

Differenze retributive di genere inaccettabili

Il rapporto misura i divari retributivi  di genere attraverso una nuova e piu’ accurata metodologia e utilizzando i dati di circa 70 paesi che rappresentano una percentuale dell’80 per cento dei lavoratori assalariati di tutto il mondo. Secondo questi dati, le donne a livello globale continuano ad essere pagate circa il 20 per cento di meno rispetto agli uomini.

“Il divario retributivo di genere rappresenta una delle più grandi manifestazioni di ingiustizia sociale dei nostri tempi. Tutti i paesi dovrebbero cercare di capire meglio le cause che generano queste disuguaglianze e accelerare il progresso verso l’uguaglianza di genere”, ha detto Guy Ryder.

Il Rapporto constata che nei paesi ad alto reddito è alla fine della scala retributiva che il divario di genere è più ampio, mentre nei paesi a basso e medio reddito il divario retributivo di genere è più ampio tra i lavoratori meno retribuiti.

Il divario retributivo di genere rappresenta una delle più grandi manifestazioni di ingiustizia sociale dei nostri tempi”,

Guy Ryder, Direttore Generale dell’OIL
Utilizzando dati empirici, il rapporto mostra che le spiegazioni tradizionali, come le differenze nei livelli di istruzione tra lavoratori e lavoratrici, hanno un impatto limitato rispetto a divari retributivi di  genere.

“In molti paesi le donne sono più istruite degli uomini, ma guadagnano salari più bassi, anche quando lavorano nelle stesse professioni”, ha detto Rosalia Vazquez-Alvarez, specialista dei salari presso l’Ufficio Internazionale del Lavoro e uno degli autori del Rapporto. “I salari di uomini e donne tendono anche ad essere più bassi nelle imprese e nelle professioni con una forza lavoro prevalentemente femminile. Per ridurre i divari retributivi di genere occorre quindi porre l’accento sulla parità di retribuzione per le donne e gli uomini e combattere la sottovalutazione del lavoro delle donne”, ha detto Vazquez-Alvarez.

Un altro fattore che pesa sul divario salariale di genere è la maternità. Il rapporto mostra che le lavoratrici madri tendono ad avere salari più bassi rispetto alle lavoratrici non madri. Ciò può essere legato a una serie di fattori, tra cui interruzioni dei periodi lavorativi, riduzioni dell’orario di lavoro, occupazione in lavori con salari più bassi ma più favorevoli agli impegni familiari, o stereotipi nelle decisioni relative agli avanzamenti di carriera.

Secondo il rapporto, una ripartizione più equa delle responsabilità familiari tra uomini e donne porterebbe, in molti casi, a scelte professionali diverse delle donne.

Sorprendentemente, i dati dimostrano che il divario retributivo estiste ancor prima del periodo della maternità. Ciò suggerisce la necessità di combattere gli stereotipi e la discriminazione a partire dal momento in cui si accede al mercato del lavoro.