Disuguaglianze

Madri e bambini hanno bisogno di più protezione sociale

Nel momento in cui numerosi paesi stanno per celebrare la festa della mamma, due nuovi studi dell’ILO dimostrano che è urgente aumentare la protezione sociale delle madri e dei bambini.

Comunicato stampa | 8 maggio 2015
GINEVRA (ILO News) — Secondo due studi pubblicati dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), per numerose madri e bambini in tutto il mondo manca tuttora l’accesso alla protezione sociale*


Il rapporto Social protection for maternity: Key policy trends and statistics («La Protezione sociale della maternità: evoluzione delle politiche e dati statistici») dimostra che solo il 36 per cento delle lavoratrici hanno diritto a prestazioni in contanti durante il congedo di maternità. In pratica, tuttavia, la legislazione sul congedo di maternità non viene attuata in modo sistematico, per cui solo il 28 per cento delle donne che lavorano sono coperte in caso di maternità.

Anche lo studio Social protection for children: key policy trends and statistics («La Protezione sociale dei bambini: evoluzione delle politiche e dati statistici») descrive una situazione preoccupante. La studio dimostra che, nonostante la moltiplicazione di piccoli sistemi di trasferimento di contanti negli ultimi anni, rimane importante il divario per quanto riguarda la disponibilità di prestazioni adeguate per i bambini e per le famiglie. Secondo lo studio, sono 108 i paesi che dispongono di programmi specifici di prestazioni per i bambini e per le famiglie, previsti nella legislazione, ma spesso questi programmi coprono solo gruppi ristretti.

Circa 800 donne muoiono di parto ogni giorno (...) La maggior parte di queste morti si potrebbe evitare con una adeguata protezione sociale”.

Isabel Ortiz, Direttore del Dipartimento della protezione sociale dell’ILO.
«Circa 800 donne muoiono di parto ogni giorno. Inoltre, ogni giorno muoiono 18.000 bambini. La triste realtà è che nonostante gli sforzi dispiegati nel quadro degli Obiettivi di sviluppo per il millennio, i tassi di mortalità materna e infantile rimangono molto alti nei paesi in via di sviluppo», dice Isabel Ortiz, Direttore del Dipartimento della protezione sociale dell’ILO.

«La maggior parte di queste morti si potrebbe evitare con una adeguata protezione sociale. Per ridurre gli alti tassi di mortalità, è fondamentale l’assistenza sanitaria materna e infantile universale; sono anche necessari i trasferimenti di contanti per assicurare una adeguata alimentazione, i vestiti, e l’accesso ai servizi sociali».

Il risanamento dei conti pubblici riduce la protezione sociale delle madri e dei bambini

Un fatto preoccupante in alcuni paesi è che le politiche di risanamento dei conti pubblici hanno fatto calare il livello delle prestazioni familiari e di maternità.

Ad esempio, diversi paesi europei hanno ridotto il livello delle prestazioni familiari e di maternità o hanno limitato l’estensione della copertura.

«Le misure di risanamento dei conti pubblici minacciano i progressi in termini di protezione sociale dei bambini e delle loro famiglie» dice Isabel Ortiz. «Tra il 2008 e il 2013, è aumentata la povertà dei bambini in 18 dei 28 paesi dell’Unione Europea».

Quanto costa la copertura universale?

Invece, diversi paesi con reddito medio o basso hanno esteso la durata del congedo di maternità retribuito oppure hanno introdotto prestazioni in contanti per le madri e per i bambini. Tuttavia, rimangono importanti divari relativi alla copertura.

Il rapporto esamina un campione di 57 paesi con reddito basso e medio-basso e dimostra che l’introduzione di una prestazione di base universale di maternità in contanti rappresenterebbe in media lo 0,41 per cento del PIL.

Invece, instaurare prestazioni familiariari universali rappresenterebbe in media l’1,9 per cento del PIL. I costi previsionali di tali prestazioni variano molto da paese a paese e vanno dal 5,2 per cento del PIL per il Niger allo 0,2 per cento in Guyana, tenendo conto del fatto che i bambini rappresentano una proporzione importante della popolazione di questi paesi.

La stessa variazione si osserva riguardo alla protezione di base della maternità, dallo 0,1 per cento del PIL in Bhutan, Guyana, India, Indonesia, Mongolia, Marocco, Sri Lanka e Vietnam, all’1,1 per cento del PIL in Niger.

«Mentre il mondo discute l’agenda post-2015 dello sviluppo, è fondamentale che la comunità internazionale identifichi fonti di finanziamento per la protezione sociale», dice Isabel Ortiz, ricordando la Raccomandazione (n. 202) dell’ILO sulla protezione sociale di base del 2012.

«Si tratta di scegliere le priorità giuste: il costo totale delle prestazioni universali per l’insieme delle donne incinte e dei bambini nei 57 paesi con reddito più basso rappresenta solo lo 0,6 per cento di quello che i paesi del G20 hanno dedicato al salvataggio del settore finanziario nel 2009», conclude Isabel Ortiz.

La Raccomandazione dell’ILO (n. 202) sulla protezione sociale di base del 2012 rispecchia il consenso dei governi e delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori di 185 paesi sulla necessità di estendere la sicurezza sociale.

I due studi presentano dati nazionali dettagliati sulla protezione della maternità e sulle prestazioni familiari e per i bambini nei 188 paesi esaminati.


* La protezione sociale viene definita dall’ILO come un insieme di misure pubbliche che una società applica ai propri membri: per proteggerli contro il disagio economico e i contro i disagi causati dall’assenza o da una sostanziale riduzione del reddito da lavoro per causa di malattia, di maternità, di disoccupazione, di disabilità, di vecchiaia, ecc.; per garantire loro l’accesso all’assistenza sanitaria; e per versare prestazioni alle famiglie con bambini. Questo concetto di garanzie in materia di protezione sociale o di sicurezza sociale volte a ridurre/prevenire la povertà e la vulnerabilità è contenuto in diverse norme dell’ILO approvate dai diversi paesi.