Il Consiglio di amministrazione dell’ILO chiude la sua 283ª sessione

Il Consiglio di amministrazione dell’ILO ha chiuso la sua 283ª sessione, dopo due settimane di discussioni su temi quali il lavoro forzato in Myanmar, le conseguenze della globalizzazione e la situazione dell’occupazione in Afghanistan.

Comunicato stampa | 14 marzo 2002

GINEVRA (notizie dell’ILO) — Il Consiglio di amministrazione dell’Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO) ha chiuso la sua 283ª sessione, dopo due settimane di discussioni su temi quali il lavoro forzato in Myanmar, le conseguenze della globalizzazione e la situazione dell’occupazione in Afghanistan.

L’ILO ha accolto favorevolmente il protocollo d’intesa concluso con il governo del Myanmar sulla nomina di un agente di collegamento dell’ILO nel paese a partire del prossimo giugno. La presenza dell’ILO in Myanmar è considerata fondamentale per aiutare il governo a eliminare il lavoro forzato e per valutare i progressi compiuti. La presenza di un agente di collegamento in Myanmar costituisce un primo passo verso l’apertura di un ufficio di rappresentanza dell’ILO che sarà in grado di contribuire in modo efficace all’eliminazione del lavoro forzato.

Questioni relative alla globalizzazione

Nel suo intervento al Gruppo di lavoro sulla dimensione sociale della globalizzazione, il ministro del Lavoro, dell’Impiego e della Sicurezza sociale dell’Argentina, Alfredo Atanasof, ha dichiarato che i gravi problemi sociali nel suo paese sono frutto di politiche che privilegiavano gli aspetti economici sulle questioni sociali. Il governo dell’Argentina ha firmato un protocollo d’intesa con l’ILO focalizzato sulla lotta alla povertà, il rafforzamento delle reti di protezione sociale e i programmi per la creazione di posti di lavoro.

Nel suo discorso al Gruppo di lavoro, Mike Moore, Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) si è espresso sul tema delle conseguenze della liberalizzazione del commercio sull’occupazione (testo integrale in inglese). Mike Moore ha salutato favorevolmente la creazione da parte dell’ILO di una Commissione mondiale sulla dimensione sociale della globalizzazione ed ha espresso apprezzamento per le opportunità di collaborazione tra l’OMC e l’ILO sui temi dell’occupazione e della liberalizzazione del commercio. Egli ha ribadito l’impegno dell’OMC per il rispetto delle norme del lavoro riconosciute sul piano internazionale e ha riconosciuto che l’ILO è l’organo competente per trattare tali questioni. La commissione mondiale terrà la prima riunione presso la sede dell’Ufficio Internazionale del Lavoro nei giorni 25-26 marzo 2002 (per maggiori informazioni, vedere il documento GB.283/WP/SDG/3/1).

Nel suo intervento, Mir Wais Sadeq, ministro del Lavoro e degli Affari sociali del governo provvisorio dell’Afghanistan, ha evidenziato tutta la drammaticità della situazione dell’occupazione nel suo paese, caratterizzata da oltre 2 milioni di disoccupati su una popolazione attiva di ca. 8 milioni. Il rientro dei rifugiati potrebbe produrre altri 400 000 disoccupati. Nonstante i programmi di ricostruzione e le misure in corso di adozione, il deficit di posti di lavoro potrebbe essere di oltre un milione. Mir Wais Sadeq ha riferito di aver discusso con il governo provvisorio la possibilità di apertura di un ufficio dell’ILO a Kabul per sviluppare programmi per l’occupazione.

Altre questioni

Il Consiglio di amministrazione ha altresì esaminato i rapporti annuali presentati dagli Stati membri sulla base della Dichiarazione dell’ILO sui principi e diritti fondamentali nel lavoro. Questi rapporti illustrano la situazione di alcuni paesi che non hanno ratificato una o più convenzioni fondamentali dell’ILO. Il Presidente del Consiglio di amministrazione, Alain Ludovic Tou, ha sottolineato che il numero dei paesi che non hanno presentato un rapporto è passato da 50 nel 2000 a 11 quest’anno. Allo stesso tempo, diversi paesi della regione del Golfo, fra cui l’Arabia saudita, il Bahrain, gli Emirati arabi uniti, Oman e il Qatar, hanno iniziato un dialogo con l’ILO che ha portato all’elaborazione di un piano d’attività per la promozione del rispetto dei principi della libertà sindacale e del diritto alla contrattazione collettiva.

Inoltre il Consiglio di amministrazione ha deciso di accelerare i lavori per arrivare ad un protocollo d’intesa volto a rendere facilmente verificabile l’identificazione dei lavoratori marittimi. Tale strumento verrà sottoposto alla Conferenza internazionale del Lavoro nel 2003. Verranno indicati i motivi dell’istituzione del documento e le procedure relative comprese quelle di controllo. Saranno inoltre fissate le disposizioni sulle caratteristiche tecniche del documento che ne assicurino la non falsificabilità. Potranno essere aggiunte informazioni su altri elementi, quali, ad esempio, i certificati d’idoneità dei lavoratori marittimi. In caso di disponibilità di risorse, il prossimo anno dovrebbe essere inoltre adottata una raccolta di direttive pratiche sull’igiene e sicurezza nei porti.

Sulla questione del HIV/AIDS, il programma dell’ILO ha dimostrato che il luogo di lavoro è fondamentale per la prevenzione e la cura della malattia. Allo scopo di far conoscere le conseguenze dell’epidemia sul mondo del lavoro e di diffondere informazioni sulle misure per fronteggiarla, il programma dell’ILO su HIV/AIDS ha realizzato un nuovo sito Internet (www.ilo.org/aids).

Comitato della libertà sindacale

Il 50° anniversario del Comitato della libertà sindacale è stato ricordato con una tavola rotonda il 14 marzo. Fra i partecipanti si segnalano i sindacalisti Dita Sari, dall’Indonesia, e Basile Mahan Gahé, dalla Costa d’Avorio, scarcerati in seguito alle raccomandazioni del Comitato della libertà sindacale. Nei dieci ultimi anni, oltre 2000 sindacalisti sono stati liberati in seguito all’esame del loro caso dal comitato.

Il Comitato della libertà sindacale del Consiglio di amministrazione ha esaminato 31 casi. Per quanto riguarda la Colombia non si è notato alcun miglioramento dall’ultimo esame ; la violenza verso i dirigenti sindacali persiste e il comitato ha pertanto invitato il governo ad avviare un’inchiesta e a prendere le misure necessarie per porre fine agli atti di violenza e alla situazione d’impunità.

Il comitato ha chiesto al governo della Repubblica di Corea :

  • l’estensione del diritto di associazione a tutti i dipendenti statali, conformemente ai principi della libertà sindacale ;
  • l’accelerazione del processo di legalizzazione del pluralismo sindacale al livello dell’impresa ;
  • la limitazione delle restrizioni al diritto di sciopero nei servizi essenziali ;
  • l’accelerazione della riforma legislativa in conformità ai principi della libertà sindacale.

Il Comitato ha invitato il governo ad adottare le misure necessarie a liberare le persone incarcerate o sottoposte ad azione giudiziaria per attività sindacale e a rimuovere le accuse a loro carico, notando peraltro che, secondo gli autori della denuncia, i lavoratori detenuti nel settembre 2001 sarebbero più numerosi dei 190 indicati dal governo.

Per quanto riguarda l’attacco contro il dirigente sindacale dello Zimbabwe, Morgan Tsvangirai, e l’incendio dei locali sindacali, il comitato ha lamentato il mancato avvio di una inchiesta indipendente da parte del governo. Il governo è stato invitato a prendere le misure necessarie per avviare una inchiesta indipendente e a comunicarne i risultati al comitato.

Il comitato ha inoltre esaminato la denuncia da parte di una organizzazione nazionale di imprenditori jugoslavi di restrizioni al diritto di associazione e di contrattazione collettiva, in relazione all’obbligo di adesione alla Camera di commercio. Sottolineando che le norme e principi in materia di libertà sindacale si applicano non solo ai lavoratori, bensì ai datori di lavoro, il comitato ha invitato il governo ad assumere le misure necessarie per l’abrogazione di ogni disposizione che preveda l’affiliazione obbligatorio alla Camera di commercio o il suo finanziamento.

Il Consiglio di amministrazione è l’organismo esecutivo dell’ILO. Si riunisce a Ginevra tre volte l’anno e gestisce le politiche e i programmi di lavoro dell’Organizzazione. Prepara il bilancio preventivo da sottoporre alla Conferenza del lavoro ed elegge il Direttore generale.
Il Consiglio di amministrazione è formato da 28 delegati dei governi, 14 delegati dei lavoratori e 14 delegati dei datori di lavoro. Dieci dei seggi governativi sono attribuiti in permanenza agli Stati di maggiore importanza industriale (Brasile, Cina, Federazione Russa, Francia, Germania, Giappone, India, Italia, Regno Unito e Stati Uniti). Gli altri vanno ai delegati governativi eletti ogni tre anni in occasione della Conferenza internazionale del lavoro. Si tratta attualmente dei diciotto paesi seguenti : Algeria, Arabia saudita, Burkina Faso, Repubblica di Corea, Canada, Croazia, Etiopia, Ghana, Guatemala, Repubblica islamica d’Iran, Malaisia, Namibia, Perù, Slovachia, Svizzera, Tchad, Trinità e Tobago, Venezuela. Anche lavoratori e imprenditori eleggono separatamente i propri rappresentanti.