La situazione dei minori nel lavoro domestico. Nuovo rapporto dell’ILO

Secondo un nuovo rapporto dell’ILO pubblicato oggi, il lavoro domestico dei minori è un fenomeno largamente diffuso e in costante aumento. Almeno dieci milioni di bambini — perlopiù femmine — sono vittime di questa forma nascosta di sfruttamento che comporta spesso anche abusi, rischi per la salute e violenze.

Comunicato stampa | 11 giugno 2004

GINEVRA (Notizie dall’ILO) — Secondo un nuovo rapporto dell’Organizzazione internazionale del Lavoro (ILO) pubblicato oggi, il lavoro domestico dei minori è un fenomeno largamente diffuso e in costante aumento. Almeno dieci milioni di bambini — perlopiù femmine — sono vittime di questa forma nascosta di sfruttamento che comporta spesso anche abusi, rischi per la salute e violenze.

Il rapporto intitolato Helping hands or shackled lives ? Understanding child domestic labour and responses to it fornisce informazioni, per la prima volta a livello mondiale, sullo sfruttamento di questi bambini, alcuni dei quali di età inferiore ai 10 anni.

Preparato dal Programma internazionale dell’Ufficio internazionale del Lavoro per l’eliminazione del lavoro minorile (IPEC), questo rapporto viene pubblicato alla vigilia della terza Giornata mondiale contro il lavoro minorile ed esamina accuratamente la situazione dei bambini che lavorano come domestici, talvolta in condizioni molto pericolose.

Questi bambini sono perlopiù « invisibili » all’interno delle loro comunità, lavorano senza tregua per dei salari bassi o inesistenti. Spesso vittime di abusi, gli viene negata la possibilità di giocare o di andare a scuola.

Pur riconoscendo la difficoltà di fornire indicazioni precise sul numero di minori lavoratori domestici a livello mondiale, il rapporto sottolinea tuttavia che essi costituiscono oggi una parte consistente degli oltre 200 milioni di bambini lavoratori nel mondo. Il rapporto cita numerose stime di diversi paesi ed esamina in particolare la sorte dei oltre 700 000 bambini lavoratori domestici in Indonesia, in Brasile (559 000), Haiti (250 000), Kenya (200 000), Pakistan (264 000) e Sri Lanka (100 000).

« Milioni di bambini lavorano giorno e notte fuori casa nel settore domestico. Quasi tutti vengono sfruttati, esposti a rischi e ad abusi. Questo deve finire ». È quanto dichiara Juan Somavia, Direttore generale dell’Uffcio internazionale del Lavoro.

Nel rapporto vengono considerati come bambini lavoratori domestici : i minori impiegati come domestici al di sotto dell’età legale minima per l’assunzione, nonché quelli di età inferiore ai 18 anni che, pur avendo raggiunto l’età legale, vengono sfruttati. Molti di questi bambini sono estremamente giovani : il 10 percento dei minori lavoratori ad Haiti ha meno di 10 anni ; in Marocco, il 70 percento dei bambini occupati « a casa di altri » ha meno di 12 anni.

Secondo il rapporto, tutti i bambini lavoratori domestici senza eccezione sono a rischio a causa della natura stessa del lavoro minorile domestico. Esso non solo viene largamente accettato ma viene spesso considerato come « migliore » alternativa per i bambini delle famiglie povere.

Secondo June Kane, curatore del rapporto, « l’ambiente di lavoro di questi bambini, anche se si tratta della casa di altri, rimane invisibile al pubblico nonché all’ispezione del lavoro. I bambini non solo sono a rischio di sfruttamento ma anche di abusi e di violenze. È vitale prestare attenzione al fenomeno del lavoro minorile domestico, così spesso dimenticato in quanto lo sfruttamento e gli abusi avvengono a porte chiuse ».

Ci sono più ragazze con meno di 16 anni impiegate come domestiche che in qualsiasi altro settore. In paesi come il Brasile, il Guatemala, il Costa Rica, oltre il 90 percento dei minori lavoratori domestici è costituito da ragazze.

Secondo il rapporto, la condizione delle donne e delle ragazze, la povertà, l’ignoranza dei rischi, l’aumento del numero degli orfani dell’AIDS e la persistenza delle gerarchie tradizionali spingono i bambini a lavorare come domestici. Altri fattori sono la percezione del lavoro domestico come preparazione al matrimonio, il peso della gerarchia, la necessità di rimborsare debiti. Inoltre, quelli che assumono i bambini vengono spesso considerati come benefattori o come membri della famiglia allargata.

Il futuro non è tuttavia così drammatico per tutti i bambini lavoratori domestici. L’esperienza dell’ILO in Asia centrale, in America del Sud o in Africa dimostra che, grazie a forti istituzioni sociali e nazionali e, offrendo ai genitori la possibilità di accedere al credito o ad un reddito, si possono sottrarre i bambini al lavoro domestico.

Secondo Frans Röselaers, Direttore del Programma internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile (IPEC), « il lavoro domestico dei bambini costituisce un ingente spreco di talenti e di potenzialità. Con il sostegno di soluzioni costruttive e sostenibili proposte dai programmi di cooperazione tecnica dell’Ufficio internazionale del Lavoro, governi, imprenditori e lavoratori sono pronti a porre fine a questi abusi ».

Il 12 giugno segna la terza edizione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile. L’ILO ha istituito questa giornata nel 2002 per dare maggiore visibilità a questo problema e mettere in luce le iniziative mondiali per eliminare il lavoro minorile, in particolare nelle sue forme peggiori.