Oltre un milione di posti di lavoro persi a causa del terremoto in Pakistan

L’ILO ha reso noto oggi che oltre 1,1 milione di posti di lavoro sono andati persi a causa del terremoto che ha devastato una vasta area del Pakistan. E sottolinea allo stesso tempo l’urgente necessità di programmi per la creazione di posti di lavoro, produttivi e ad alta intensità di manodopera, per tirare fuori dalla povertà i milioni di persone le cui condizioni di vita sono ulteriormente peggiorate in seguito al terremoto.

Comunicato stampa | 17 ottobre 2005

GINEVRA (Notizie dall’ILO) – L’Ufficio Internazionale del Lavoro ha reso noto oggi che oltre 1,1 milione di posti di lavoro sono andati persi a causa del terremoto che ha devastato una vasta area del Pakistan. E sottolinea allo stesso tempo l’urgente necessità di programmi per la creazione di posti di lavoro, produttivi e ad alta intensità di manodopera, per tirare fuori dalla povertà i milioni di persone le cui condizioni di vita sono ulteriormente peggiorate in seguito al terremoto.

« Le informazioni sulla devastazione indicano che i mezzi di sostentamento di milioni di persone sono minacciati o addirittura distrutti » ha dichiarato il Direttore Generale dell’ILO, Juan Somavia. « Mentre vanno avanti le attività umanitarie e di ricostruzione, dobbiamo assicurarci immediatamente che vengano avviate delle iniziative volte a creare posti di lavoro dignitosi e produttivi al fine di ricostruire i mezzi di prima necessità di queste popolazioni ».

Una prima valutazione1, condotta nei giorni successivi al terremoto dell’8 ottobre in Asia, indicava che il cataclisma ha causato la distruzione della maggior parte delle infrastrutture e dei negozi nelle città colpite della regione — compresa la provincia del Nord Ovest e la parte del Kashmir amministrata dal Pakistan — con pesanti perdite di capi di bestiame e di materiale agricolo necessario alla produzione di reddito nelle aree rurali. Secondo la stessa valutazione, i residenti delle aree più colpite del Pakistan avrebbero bisogno « di un ingente sostegno per ricostruire le loro fonti di reddito ».

A peggiorare la situazione contribuisce il fatto che le aree colpite sono tra le più povere del Pakistan, dichiara l’ILO. L’Agenzia ONU stima che il totale degli occupati in queste aree, al momento del disastro, ammontava a circa 2,4 milioni di persone e che oltre 2 milioni di questi lavoratori e delle loro famiglie vivevano già al di sotto della soglia di povertà dei 2 dollari a persona al giorno.

« Con la perdita del lavoro, anche se per un breve periodo, i lavoratori delle aree colpite sono presumibilmente già in condizioni di estrema povertà », ha dichiarato Somavia.

Impatto su familiari, donne e bambini a carico

Prima del terremoto, ogni lavoratore nella regione aveva in media più di due persone a carico, sostiene l’ILO, che aggiunge « ciò significa che se oltre un milione di lavoratori hanno perduto il lavoro, in realtà sarebbero privi di mezzi di sostentamento altri 2,4 milioni persone, di cui più della metà avrebbero meno di 15 anni ».

« Rilanciare l’economia rurale, di cui vive la maggior parte delle persone nelle aree colpite, è urgente e costituisce una sfida », sostiene l’iniziale valutazione. « Prima del terremoto, oltre 1,4 milioni di lavoratori nell’area lavoravano nel settore agricolo, di questi circa il 40 % sarebbero ora senza lavoro. Anche il bestiame, che fornisce latticini e la forza lavoro per coltivare la terra, è stato seriamente compromesso. »

La valutazione dell’ILO ha messo inoltre in luce che mentre le città di medie e piccole dimensioni che garantivano occupazione e reddito a quasi un terzo della popolazione sono in rovina, l’economia informale dove la maggior parte delle persone lavorava nelle aree urbane è stata anch’essa distrutta. L’ILO ribadisce che, per ripristinare le strutture minime necessarie a rilanciare l’economia informale dei centri urbani, è necessario un sostegno urgente.

In totale, l’ILO stima che circa 730 mila lavoratori erano impiegati nel settore dei servizi (molti nell’economia informale), mentre 230 mila lavoravano nel settore industriale (settore delle costruzioni, manifatturiero, di pubblica utilità e minerario). In totale, più della metà di questi lavoratori hanno probabilmente perduto una delle loro fonti primarie di reddito.

Priorità: ri-creare posti di lavoro

Per rispondere ai bisogni della popolazione nelle aree colpite, l’ILO incoraggia ad integrare programmi destinati a generare nuovi posti di lavoro e altre fonti di reddito nei programmi di ricostruzione e riabilitazione da avviare immediatamente dopo le operazioni di soccorso attualmente in corso.

Ciò implicherebbe la creazione di servizi di sostegno dell’occupazione per fornire informazioni e formazione accelerata per i posti di lavoro che saranno creati nella fase di ricostruzione; sostegno finanziario e istituzionale per rilanciare le piccole imprese e attività che generano reddito nelle aree urbane e rurali; canalizzazione del sostegno finanziario proveniente dall’esterno, incluse le rimesse, verso i servizi di prima necessità; e creazione di meccanismi istituzionali per assicurare che ciò avvenga.

« Ricostruire le infrastrutture di base – strade, servizi di pubblica utilità, scuole e ospedali – possono creare occupazione », ha dichiarato Somavia. « Ciò significa assicurare l’utilizzo di metodi di lavoro, dignitoso e produttivo, ad alta intensità di manodopera ».

Questi programmi comprenderebbero:

  • Identificare e registrare la popolazione colpita che ha perduto i mezzi di sostentamento.
  • Registrare e classificare le domande di impiego nonché assegnare questi lavoratori alle attività di ricostruzione che richiedono una manodopera qualificata.
  • Sviluppare le capacità locali per realizzare agenzie per l’impiego urgente. Collegare i disoccupati alle opportunità di lavoro disponibili.
  • Fornire assistenza nella ricostruzione delle capacità dei governi locali nel fornire servizi primari alla popolazione e nel coordinare le operazioni di ricostruzione nelle fasi di emergenza e post-emergenza.
  • Prestare assistenza nella riabilitazione e ricostruzione delle infrastrutture pubbliche prestando attenzione ad utilizzare un approccio ad alta intensità di manodopera per massimizzare le opportunità di lavoro per la popolazione locale.
  • Offrire formazione accelerata a uomini e donne delle famiglie più gravemente colpite per coinvolgerle nelle operazioni di ricostruzione.
  • Fornire formazione specializzata e formazione alla gestione delle piccole imprese per rilanciare immediatamente l’occupazione e garantire maggiori opportunità alle famiglie più colpite.

Tutti questi aspetti sono stati inclusi nell’appello lanciato martedì dalle Nazioni Unite per raccogliere 272 milioni di dollari.

L’ILO ha inoltre avvertito che il terremoto rischia di aggravare la situazione, già precaria, dei bambini, molti dei quali potrebbero ritrovarsi orfani, senza casa o scuola e, di conseguenza, costretti a cercarsi altre forme di sostegno. Inoltre, donne e giovani nella regione hanno tradizionalmente avuto una particolare difficoltà a trovare opportunità di lavoro dignitoso per scappare alla povertà. Senza un’assistenza immediata, il livello di povertà in questi gruppi crescerebbe lasciando migliaia di altri giovani e donne senza grandi speranze per l’avvenire, sottolinea il rapporto di valutazione.

« Lavorare dopo un cataclisma del genere non è molto facile » ha dichiarato Somavia. « Si tratta di popolazioni fiere che, generazione dopo generazione, si sono battute in una terra difficile per assicurare a loro stessi e alle proprie famiglie, una vita dignitosa e produttiva. La maggior parte dei loro beni, duramente conquistati, è andata perduta. La cosa più urgente adesso è monitorare e aiutare la creazione di posti di lavoro dignitosi e assicurare mezzi di sostentamento per il futuro. L’ILO è pronta a far parte dello sforzo globale, di concerto con le autorità nazionali, per aiutare le famiglie e le diverse comunità a ricostruire la regione, a riprendere le loro vite e a far rinascere la speranza. »