Il Direttore Generale dell’ILO in Africa: “Molti successi ma bisogna fare di più per creare posti di lavoro dignitosi e ridurre la povertà”

“L’Africa ha superato la crisi economica e finanziaria globale meglio di altri continenti. Ha ricominciato a crescere, le esportazioni sono alle stelle e continuano ad arrivare gli investimenti stranieri”, ha spiegato il Direttore Generale dell’ILO, Juan Somavia, all’Incontro Regionale Africano dell’ILO che ha avuto inizio martedì 11 ottobre a Johannesburg.

Comunicato stampa | 7 ottobre 2011

Johannesburg (Notizie dall’ILO) — “L’Africa ha superato la crisi economica e finanziaria globale meglio di altri continenti. Ha ricominciato a crescere, le esportazioni sono alle stelle e continuano ad arrivare gli investimenti stranieri”, ha spiegato il Direttore Generale dell’ILO, Juan Somavia, all’incontro Regionale Africano dell’ILO che ha avuto inizio martedì 11 ottobre a Johannesburg. Questo è il 12° Incontro Africano dell’ILO ed il primo a essere tenuto in Sudafrica.

Tuttavia Somavia ha chiesto ai delegati dei governi, datori di lavoro e lavoratori e ai rappresentanti di altre organizzazioni intergovernative presenti all’incontro, che bisogna fare di più per creare posti di lavoro dignitosi e ridurre la povertà. Questo è particolarmente importante in uno scenario di crisi nell’eurozona, principale partner commerciale dell’Africa, e di calo significativo della crescita globale nel secondo semestre del 2011. Scenario che fa temere una nuova recessione globale.

Il Presidente della Repubblica del Sudafrica, Jacob Zuma, presente alla sessione di apertura, ha sottolineato l’importanza dell’agenda del lavoro dignitoso dell’ILO per giungere ad uno sviluppo sostenibile. Ha affermato che le politiche del suo governo “mostrano chiaramente che la nostra arma più efficace contro la povertà è il lavoro dignitoso”. Il Sudafrica sta responsabilmente migliorando le spese per il salario sociale, compreso l’accesso ai servizi sanitari, istruzione e sicurezza sociale. “ Nel lungo periodo ci aspettiamo di vedere i risultati in termini di sviluppo umano e di infrastrutture”, ha aggiunto il Presidente Zuma.

“Come dimostrato dall’attuale crisi, il modello di crescita globale degli ultimi 30 anni non ha favorito né l’Africa, né il resto del mondo. Non ha creato abbastanza posti di lavoro produttivi, formali e dignitosi, non ha ridotto le disuguaglianze, non ha migliorato le condizioni di lavoro, né ripartito i vantaggi. Ha finito per produrre una globalizzazione iniqua, non equilibrata e insostenibile”, ha avvertito il Direttore Generale dell’ILO che ha chiesto un cambiamento di rotta e ha delineato sei sfide politiche.

In primo luogo, i paesi Africani hanno bisogno di una strategia di crescita e di occupazione più efficace che non misuri il successo solo in termini di crescita.

In secondo luogo, è fondamentale il ruolo delle piccole e medie imprese (PMI) nel creare occupazione. L’esperienza della crisi ha dimostrato che le PMI possono fare la differenza e essere il motore della crescita, della creazione di posti di lavoro e di mezzi di sussistenza sostenibili.

In terzo luogo, bisogna promuovere investimenti produttivi nell’economia reale. Somavia ha avvertito che un ritorno all’austerità non è una risposta politica sostenibile. Bisogna trovare l’equilibrio fra le politiche che creino posti di lavoro, producano crescita e domanda reale, che mantengano un livello minimo di protezione sociale e che generino entrate fiscali per consentire di sanare il debito.

“Fondamentalmente, dobbiamo porre alla guida dell’economia globale gli investimenti produttivi in imprese sostenibili che creino posti di lavoro”, ha dichiarato Somavia, aggiungendo che il sistema finanziario deve offrire le risorse necessarie per l’innovazione, il commercio, gli investimenti e i consumi e non per “operazioni da casinò con vendite a breve e a lungo termine e oscuri prodotti finanziari. Si pensa troppo a come dare fiducia agli operatori finanziari e troppo poco a come preservare la fiducia dei cittadini”.

Quarto, questo non è il momento di fare passi indietro sulle norme concordate a livello internazionale. “ La crisi non dovrebbe mai essere utilizzata come giustificazione per ridurre i diritti dei lavoratori e le norme internazionali del lavoro”, ha sottolineato Somavia, aggiungendo che a questo proposito il dialogo sociale è uno strumento vantaggioso per tutti — quando i negoziati, dal livello nazionale a quello della base operaia, portano ad accordi comuni sulla via da seguire.

Quinto, devono essere stabilite politiche e programmi volti a proteggere i più vulnerabili e i più poveri. La protezione sociale è necessaria e fattibile, ha affermato il Direttore Generale dell’ILO, citando esempi come quello di Capo Verde, del Ruanda e del Sudafrica.

Sesto, la promozione di opportunità di lavoro dignitoso per i giovani dovrebbe diventare una priorità globale. Sono necessari 400 milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi dieci anni per tenere il passo della crescita della popolazione.

Il Direttore Generale dell’ILO ha avvertito che le notizie quotidiane mostrano giovani e meno giovani di tutto il mondo uniti dalla comune indignazione di essere disoccupati o sottoccupati, di non avere accesso all’istruzione e a opportunità reali, e che guardano al futuro senza molta speranza. Sta crescendo l’ansia e con essa la rabbia politica. Questa sarà la sfida per i leader del G20 che si riuniranno in Francia i primi di novembre.

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