Il Consiglio di amministrazione conclude la 300ª sessione. Sotto esame la situazione in Myanmar, Belarus ed altri paesi, i cambiamenti climatici e il lavoro dignitoso

Il Consiglio di amministrazione dell’ILO ha concluso la 300ª sessione dopo lunghe discussioni tra i suoi membri rappresentanti di governi, di organizzazioni di lavoratori e di imprenditori. I dibattiti hanno riguardato i diritti fondamentali del lavoro in Myanmar, Bielorussia ed altri paesi, così come l’impatto dei cambiamenti climatici sull’occupazione, la responsabilità sociale delle imprese, le implicazioni della riforma delle Nazioni Unite sulle attività di cooperazione tecnica dell’ILO.

Comunicato stampa | 16 novembre 2007

GINEVRA (Notizie dall’ILO) – Il Consiglio di amministrazione dell’Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO) ha concluso la 300a sessione dopo lunghe discussioni tra i suoi membri rappresentanti di governi, di organizzazioni di lavoratori e di imprenditori. I dibattiti hanno riguardato i diritti fondamentali del lavoro in Myanmar, Bielorussia ed altri paesi, così come l’impatto dei cambiamenti climatici sull’occupazione, la responsabilità sociale delle imprese, le implicazioni della riforma delle Nazioni Unite sulle attività di cooperazione tecnica dell’ILO.

Il Consiglio di amministrazione si è tenuto dal 1 al 15 novembre sotto la presidenza di S. E. Amb. Dayan Jayatikella, rappresentante permanente dello Sri Lanka presso le Nazioni Unite a Ginevra.

Il gruppo di lavoro sulla dimensione sociale della globalizzazione ha tenuto una tavola rotonda sul legame tra cambiamento climatico e lavoro dignitoso alla quale hanno partecipato Achim Steiner, Direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), Michel Jarraud, Segretario generale dell’Organizzazione Mondiale di Meteorologia (OMM), Supachai Panitchpakdi, Segretario generale della Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), Mathew Farrow, Responsabile della politica dell’ambiente alla Confederazione dell’industria britannica (CBI) e Joaquín Nieto, Segretario per le questioni di salute e sicurezza sul lavoro e dell’ambiente alle Comisiones Obreras (CCOO) spagnole.

Il gruppo di lavoro ha incoraggiato l’ILO a promuovere una transizione socialmente giusta verso i “lavori verdi” e ha anche discusso della preparazione di un nuovo studio congiunto ILO/segretariato dell’Organizzazione Mondiale del Commercio sulla relazione tra globalizzazione, commercio ed occupazione informale, facente seguito alla pubblicazione dello studio congiunto su commercio e occupazione del marzo 2006 (per ulteriori informazioni, consultare la relazione del gruppo di lavoro: GB.300/18).

Fra gli altri soggetti, la Commissione per l’impiego e le politiche sociali ha valutato la questione della contrattazione collettiva e quella del lavoro dignitoso, assieme all’attuazione dell’Agenda Mondiale per l’Occupazione dell’ILO (GB.300/15).

La Sottocommissione sulle Imprese Multinazionali ha informato i membri del Consiglio di amministrazione sulle attività relative alla responsabilità sociale delle imprese in tutto il mondo e sulla partecipazione dei costituenti dell’ILO alle reti locali del progetto “Global Compact” delle Nazioni Unite (GB.300/14). La Commissione sulla Cooperazione Tecnica ha valutato lo stato dell’attuazione dei programmi nazionali per la promozione del lavoro dignitoso, le priorità della cooperazione tecnica in base alla riforma ONU, incluso le agenzie ONU che lavorano secondo il principio del “Delivering as one” in otto paesi pilota ed il partenariato ILO/UNDP (GB.300/17).

Il Consiglio di amministrazione ha deciso di mettere all’ordine del giorno della 97ma sessione (2008) della Conferenza Internazionale del Lavoro un punto "sul rafforzamento della capacità dell’ILO di sostenere gli sforzi fatti dai membri per raggiungere i suoi obiettivi nel contesto della globalizzazione" (GB.300/2/1); ha anche esaminato il nuovo Piano d’azione ILO 2008-09 per l’uguaglianza tra uomini e donne, ed il sostegno dell’ILO a favore della parità nel mondo del lavoro.

Il Consiglio di amministrazione ha anche esaminato la questione del lavoro forzato in Myanmar sulla base delle relazioni dell’Ufficio di collegamento dell’ILO a Yangon ed il seguito delle azioni prese dal governo della Bielorussia per conformarsi alle raccomandazioni ILO sulla libertà sindacale.

Myanmar

Il Consiglio di amministrazione ha rivisto il protocollo d’intesa al quale sono giunti l’ILO ed il governo di Myanmar nel febbraio 2007 su un procedimento offerto alle vittime del lavoro forzato per cercare compensazioni senza temere rappresaglie. Pur prendendo nota dei progressi compiuti nell’applicazione del protocollo d’intesa tra Myanmar e ILO fino al periodo delle manifestazioni ed del loro divieto alla fine del settembre 2007, il Consiglio di amministrazione ha tuttavia espresso grave preoccupazione di fronte alla repressione esercitata dal governo in risposta alle recenti proteste pacifiche.

A riguardo, ha notato con profondo rammarico l’imprigionamento delle persone che esercitano il proprio diritto fondamentale alla libertà di associazione ed alla libertà d’espressione che questo implica, e ha esortato il governo a rispettare le responsabilità derivanti dalla ratificazione della Convenzione n. 87. Le lunghe pene detentive pronunciate il 7 settembre scorso per sei militanti dovrebbero essere riviste e le persone interessate rilasciate. Il Consiglio di amministrazione si è anche preoccupato della detenzione di persone che avevano facilitato i reclami contro il lavoro forzato come da protocollo d’intesa.

Riconoscendo la situazione instabile del Myanmar, il Consiglio di amministrazione ha invitato il governo a proseguire il processo di dialogo con un intento di equilibrio e di conseguimento di risultati, in vista di una riconciliazione nazionale e di una ricerca di soluzioni ai problemi attuali.

Il Consiglio di amministrazione ha lanciato un appello al governo del Myanmar perché dichiari pubblicamente, dai più alti livelli e senza ambiguità, che tutte le forme di lavoro forzato, su tutto il territorio, sono vietate e saranno debitamente punite. Il governo deve inoltre fare in modo che il procedimento di compensazione previsto dal protocollo d’intesa resti del tutto operativo, senza detenzione, né pressioni su querelanti, mediatori o altri, e che sia valido anche per le autorità militari. Richiede inoltre piena attenzione alla prevenzione dell’arruolamento di bambini soldato.

Il Consiglio di amministrazione ha in seguito chiesto la messa in atto di un sistema adeguato per garantire l’applicazione su scala nazionale del protocollo d’intesa, anche nelle zone di conflitto, e garantire alle vittime del lavoro forzato facile accesso al meccanismo di compensazione. Il Consiglio ha anche dato istruzione all’ILO di iniziare una revisione completa dell’applicazione del protocollo d’intesa da presentare, assieme a raccomandazioni sul futuro del protocollo e sul ruolo dell’ILO in Myanmar, alla sessione del marzo 2008 del Consiglio di amministrazione.

Bielorussia

Per quanto riguarda i diritti sindacali in Bielorussia, il Consiglio di amministrazione ha esaminato per la quarta volta le misure adottate per promuovere l’attivazione delle raccomandazioni della Commissione d’indagine del 2004 e della missione ILO del giugno 2007 nel paese.

Prendendo nota delle informazioni fornite dal ministro del lavoro della Bielorussia, il Consiglio di amministrazione si è congratulato per l’intenzione affermata dal governo di arrivare ad un accordo tra tutte le parti interessate dalla questione della legislazione sindacale. Ha sottolineato che le soluzioni basate sul consenso ed il dialogo devono mirare alla piena applicazione delle raccomandazioni della Commissione d’indagine del 2004. Tutti i sindacati e tutte le organizzazioni di imprenditori dovrebbero potere operare liberamente ed essere riconosciuti nel diritto e nella pratica.

Nella speranza che vi siano effettivi progressi verso soluzioni soddisfacenti in Bielorussia, il Consiglio di amministrazione ha deciso di esaminare l’evoluzione della libertà sindacale nel paese durante la sessione di marzo 2008.

Francia

Il Consiglio di amministrazione ha anche adottato un rapporto del comitato incaricato di esaminare il reclamo per l’inadempienza della Francia alla Convenzione (n. 87) sulla libertà sindacale e la tutela del diritto sindacale, 1948, alla Convenzione (n. 98) sul diritto d’organizzazione e di negoziazione collettiva, 1949, alla Convenzione (n. 111) sulla discriminazione (impiego e professione), 1958 e alla Convenzione (n. 158) sul licenziamento, 1982, presentato ai sensi dell’articolo 24 della costituzione ILO dalla Confederazione Generale del Lavoro - Force Ouvrière (CGT-FO) francese.

Invita il governo francese a adottare, in consultazione con le parti sociali, tutte le misure necessarie per garantire che le esclusioni della protezione, previste dalla legislazione che recepisce la convenzione (n. 158) sul licenziamento, 1982, siano interamente conformi alle sue disposizioni; ed a dare effetto alle disposizioni dell’articolo 4 della convenzione (n. 158) sul licenziamento, 1982, garantendo che, conformemente alla convenzione, i contratti “nuove assunzioni” non possano mai essere conclusi senza una ragione valida.

Libertà sindacale

Il Consiglio di amministrazione ha adottato il 348o rapporto del Comitato per la libertà sindacale che richiama in particolare l’attenzione sui casi di Colombia, Gibuti, Etiopia, Guatemala e Indonesia.

Nel caso della Colombia, il Comitato ha esaminato i numerosi omicidi di rappresentanti e di membri di sindacati nel corso degli anni ed il clima d’impunità che regna nel paese, considerando gli atti di violenza commessi nei confronti di sindacalisti. Ha notato dei miglioramenti incoraggianti, come la creazione di un’entità incaricata delle questioni sindacali presso l’Ufficio del Procuratore generale, e spera che, grazie alle misure adottate, un maggior numero di indagini darà risultati, incluse tutte le questioni non risolte, e che verrà posto un limite a tale intollerabile situazione d’impunità.

Il Comitato ha anche richiesto maggiori informazioni da parte dei reclamanti e dal governo riguardo ai supposti legami tra il Dipartimento Amministrativo della Sicurezza (DAS) ed i gruppi paramilitari, compresa l’esistenza di un piano che mirerebbe ad eliminare il movimento sindacale.

Notando che non aveva risposto ad una richiesta precedente, il Comitato ha richiesto al governo di Gibuti di fornire rapidamente osservazioni riguardo a un certo numero di allegazioni molto gravi, in particolare ripetute pressioni su sindacalisti, arresti e licenziamenti di delegati sindacali, l’assenza di risposta dei tribunali ai reclami portati da sindacalisti, il licenziamento di Hassan Cher Hared dopo che aveva partecipato ad un corso di formazione all’ILO di Torino ed il divieto di entrata nel paese ad una missione internazionale di solidarietà con i sindacati.

Il Comitato ha anche notato che il governo aveva invece accettato l’invito per una missione di contatti diretti ed ha chiesto al governo di dare informazioni sulle prossime evoluzioni a tale riguardo, e anche sulle misure adottate per dare effetto alle sue raccomandazioni riguardanti le allegazioni menzionate sopra.

Il caso dell’Etiopia riguarda la violazione del diritto di libera associazione per i professori del settore pubblico, l’interferenza nell’amministrazione e attività dell’Associazione degli insegnanti etiopi (ETA) e le pressioni, arresti, detenzioni e maltrattamenti inflitti ad insegnanti affiliati all’ETA. Il Comitato ha esatto che il governo garantisca all’ETA di condurre le proprie attività senza temere repressioni da parte del governo e che tutti i membri dell’ETA detenuti per le loro attività o la loro appartenenza sindacale siano immediatamente liberati e si vedano attribuire una compensazione proporzionata al pregiudizio subito.

Considerando la serietà delle allegazioni di tortura dei Sigg. Getnet e Mengistu durante la loro detenzione, il Comitato ha esortato il governo etiope a lanciare immediatamente un’indagine indipendente. Ha anche chiesto di accettare una missione di contatti diretti per esaminare gli elementi sollevati in questo reclamo.

In due casi riguardanti il Guatemala, il Comitato ha esaminato allegazioni di omicidio ed altri atti di violenza contro sindacalisti, come pure licenziamenti anti-sindacali, il mancato pagamento di salari e di indennità ordinate dalle autorità giudiziarie nei casi di discriminazioni anti-sindacali e di ostruzioni alla negoziazione collettiva.

In particolare, il Comitato ha chiesto al governo di informarlo rapidamente sull’evoluzione delle indagini e sulle procedure in corso per gli omicidi di Rolando Raquec e di Luis Quinteros Chincilla, per i tentativi d’omicidio di Marcos Alvarez Toq e di Imelda Lopez de Sandoval e le misure di protezione della vedova e dei figli di Raquec. Per un secondo caso verificatosi in Guatemala, il Comitato ha chiesto al governo di fare tutto il possibile per accelerare l’attuale indagine sull’omicidio di Pedro Zamora, rappresentante del sindacato dei lavoratori portuali e sulle ferite inflitte a suo figlio.

Il caso dell’Indonesia riguarda allegazioni di discriminazione e molestie anti-sindacali, compresi i ripetuti interrogatori da parte della polizia, a seguito di uno sciopero, nei confronti del Presidente del sindacato e di due sindacalisti, che sono stati infine accusati “di atti non graditi” verso l’impresa. Il Comitato ha esatto che il governo avvii un’indagine indipendente su questi fatti e, se si avverasse che le imputazioni riguardano l’organizzazione o la partecipazione ad uno sciopero pacifico, che esse siano immediatamente abbandonate.

Per lottare contro i problemi di discriminazione anti-sindacale, il Comitato ha chiesto al governo indonesiano di adottare misure, in consultazione totale con le parti sociali interessate, per fornire un rapido ricorso ai meccanismi che permettono di imporre sanzioni sufficientemente dissuasive contro tali atti ed hanno ricordato che l’assistenza tecnica dell’ILO è a sua disposizione a tali fini.

Il Consiglio di amministrazione ha anche esaminato il caso del Venezuela e delle condizioni d’esercizio della libertà sindacale delle organizzazioni di datori di lavoro e di lavoratori. Il Consiglio di amministrazione ha ricordato che spetta al governo garantire che le organizzazioni di datori di lavoro e di lavoratori possano esercitare i loro diritti in un clima senza violenza, pressioni o minacce. Ha inoltre rilevato che il governo non ha dato in seguito alla proposta d’assistenza tecnica dell’ILO per stabilire un sistema di relazioni del lavoro fondate sui principi della costituzione ILO e delle sue convenzioni fondamentali.

Il Consiglio di amministrazione è l’organo esecutivo dell’Ufficio Internazionale del Lavoro (l’Ufficio svolge la funzione di segreteria dell’Organizzazione). Si riunisce tre volte l’anno, a marzo, giugno e novembre. Prende decisioni sulle politiche dell’Organizzazione, adotta l’ordine del giorno della Conferenza internazionale del lavoro e le proposte di programma e di bilancio sottoposte alla Conferenza.
È composto da 56 membri titolari (28 rappresentanti di governi, 14 rappresentanti di organizzazioni imprenditoriali e 14 rappresentanti di organizzazioni sindacali) e 66 membri aggiunti (28 rappresentanti di governi, 19 rappresentanti di organizzazioni imprenditoriali e 19 rappresentanti di organizzazioni sindacali). Tra i seggi governativi, 10 sono permanenti dei grandi paesi industrializzati (Brasile, Cina, Federazione russa, Francia, Germania, Giappone, India, Italia, Regno Unito e Stati Uniti). Gli altri membri di governi sono eletti dalla Conferenza ogni tre anni.