Domanda di qualifiche
L’instabilità dei mercati del lavoro accentua le disuguaglianze
L’economista dell’ILO Chritian Viegelahn spiega come la scomparsa dei lavori mediamente qualificati sta cambiando il panorama occupazionale e economico mondiale.
Il mondo del lavoro è confrontato a grandi cambiamenti nella domanda di qualifiche.
Secondo il rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro World Employment and Social Outlook («Situazione occupazionale e sociale nel mondo»), i lavori mediamente qualificati, come la contabilità o il segretariato, sono in declino. In effetti, nelle economie globalizzate, questi lavori vengono ormai spesso realizzati direttamente dai computer. Ma allora, dove sono i posti di lavoro?
L’economista dell’ILO Chritian Viegelahn spiega che ora, i posti di lavoro si trovano maggiormente alle due estremità della scala delle qualifiche:
«Soprattutto nelle economie sviluppate, si osserva un aumento della la proporzione sia dei lavori poco qualificati non di routine, come il personale di sicurezza e alcuni assistenti sanitari, sia di quella dei lavori intellettuali altamente qualificati non di routine, come gli avvocati e gli ingeneri informatici».
Con la scomparsa di numerosi lavori mediamente qualificati, specie nei paesi in via di sviluppo, i lavoratori devono competere per posti di lavoro spesso pagati poco, che si collocano all’estremità inferiore della scala. Con il risultato di forti disuguaglianze di reddito.
Viegelahn spiega:
«Effettivamente, possono aumentare le disuguaglianze di reddito; e questo è un problema, perché l’effetto di medio termine delle disuguaglianze di reddito sulla crescita economica a sulla creazione di lavoro è negativo.
E nei paesi sviluppati, come si fa a trovare un lavoro?
Secondo Viegelahn, conta molto il livello di educazione:
«A livello mondiale, la domanda si è spostata sia verso le qualifiche bassi, sia verso quelle molto alte; ma i posti più qualificati, come gli avvocati o gli ingegneri, non sono facilmente accessibili ai lavoratori che non hanno un livello di educazione superiore».
Con la scomparsa dei lavori mediamente qualificati, c’è anche il rischio che, in molti paesi, sia troppo veloce la transizione da una economia manifatturiera a una economia basata sui servizi.
La cosiddetta de-industrializzazione precoce preoccupa gli economisti come Viegelahn:
«In effetti, la cosa preoccupante è che il settore manifatturiero è sempre stato un serbatoio di lavori ad alta produttività, pagati relativamente bene, che ha permesso a molti lavoratori di scongiurare la povertà, mentre invece, se ora il settore dei servizi diventa più importante, non si sa se questo settore sarà in grado di assumere il ruolo finora svolto dal settore manifatturiero di portare a meno povertà».
Servizio di Carla Drysdale, ILO.