Riscoprire le zone rurali come motore per la crescita

Mentre gli abitanti delle città dei paesi in via di sviluppo faticano a trovare un lavoro, l’ILO richiama l’attenzione sul potenziale delle zone rurali di tutto il mondo.

Reportage | 19 ottobre 2012
GINEVRA (ILO News) – Non si può parlare di sviluppo sostenibile senza tenere conto di un fatto molto semplice: metà della popolazione mondiale e il 75% dei poveri del mondo vive nelle zone rurali.

La sfida è anche più pressante se guardiamo a cosa sta succedendo nelle aree urbane.

« Le città sono spesso sature in termini di opportunità di lavoro, condizioni di vita e infrastrutture di base. La qualità della vita e i posti di lavoro disponibili sono spesso scadenti », ha affermato Loretta de Luca, coordinatrice del Programma ILO per l’occupazione rurale e il lavoro dignitoso.

Smettiamo di parlare delle aree rurali solo in termini di povertà. (…) Queste aree hanno il potenziale che, però, deve essere valorizzato”
Questa tendenza è particolarmente evidente in Africa, dove, secondo i demografi, la crescita nelle città è rallentata a causa della mancanza di opportunità di lavoro. Di conseguenza, molte delle persone che migrano dalle campagne alla città sono poi costrette a tornare a casa. Inoltre, molte città asiatiche e dell’America Latina hanno grandi problemi di sovraffollamento.

« Smettiamo di parlare delle aree rurali solo in termini di povertà. È ora di riconoscere che con le politiche corrette possiamo creare posti di lavoro dignitoso in queste zone. Questi sono i luoghi dove vivono molte delle persone che hanno bisogno di un lavoro e possono realmente rappresentare un trampolino per la crescita. Ne hanno il potenziale che, però, deve essere valorizzato in termini di risorse fisiche e umane », ha precisato la de Luca.

Riscoprire le zone rurali

« Abbandonare le proprie case per andare nelle città non può essere l’unica opzione per i milioni di lavoratori rurali alla disperata ricerca di una vita migliore », ha aggiunto la de Luca. « Ma, se poi la gente farà ritorno nelle zone rurali senza un sostegno per accrescere la loro produttività e reddito, la povertà, la fame e le tensioni sociali cresceranno ancora di più ».

L’ILO sta lavorando ad un Piano d’Azione per lo sviluppo rurale dal 2008 e la questione sarà portata all’attenzione del Consiglio di Amministrazione dell’ILO il prossimo novembre.

Zone rurali
  • il 75% di poveri del mondo vive in aree ruali
  • La metà della popolazione mondiale vive e lavora in zone rurali
  • Solo il 10% della manodopera rurale è organizzata in sindacato
  • Le donne che vivono nelle comunità rurali producono tra il 60 e l’80 % delle derrate alimentari nei paesi in via di sviluppo
  • Un terzo della produzione alimentare va persa o sprecata, soprattutto a causa della mancanza di infrastrutture nelle zone rurali
  • il 60% del totale del lavoro minorile è in agricoltura
  • il 39% delle ragazze e il 45% dei ragazzi delle comunità rurali frequenta la scuola secondaria, contro il 59% e il 60% delle zone urbane.
La strategia dell’Organizzazione include l’occupazione, la protezione sociale, le norme del lavoro e il dialogo sociale. Il Direttore Generale dell’ILO, Guy Ryder, ha inoltre indicato l’economia rurale come una delle sette priorità dell’ILO.

Il lavoro dell’ILO nelle aree rurali comprende la qualità e la produttività dei lavori rurali, la promozione di micro e piccole e medie imprese, la ricerca e assistenza tecnica alle cooperative alle alle organizzazioni comunitarie rurali.

L’ILO promuove anche molte delle Convenzioni esistenti sulle norme del lavoro che riguardano le aree rurali, così come l’estensione della protezione sociale per i poveri che vivono in queste zone. Un’attenzione speciale sarà prestata ai giovani e alle donne, il cui potenziale nelle comunità rurali è ancora ampiamente sottostimato, sottosviluppato e sottoutilizzato.

« Le zone rurali non devono essere viste come ultima risorsa » ha ribadito la de Luca. « Meritano di essere riscoperte come economie reali nelle quali è vantaggioso investire. Possono trasformarsi in motore di crescita nazionale e mondiale che porta benefici alle comunità e all’economia in generale. L’ILO si trova in una posizione ideale per liberare questo potenziale e deve farlo in maniera integrata ».