L’apprendistato in tempi di crisi

L’apprendistato esiste da sempre ma oggi è tornato alla ribalta come strumento di contrasto alla disoccupazione giovanile.

Analisi | 18 ottobre 2012
GINEVRA (ILO News) – Determinati nel prevenire la perdita di una intera generazione, il mondo guarda all’apprendistato come ad un rimedio miracoloso contro la disoccupazione giovanile.

Qualsiasi rimedio è per sua natura estremamente complesso ma il rinnovato interesse per l’apprendistato e il suo potenziale di creazione di posti di lavoro sono i benvenuti in un momento in cui 75 milioni di giovani donne e uomini sono senza lavoro.

Un buon sistema di apprendistato garantisce ai giovani le competenze necessarie per entrare nel mercato del lavoro e soddisfa la richiesta di manodopera qualificata da parte degli imprenditori. Può inoltre ridurre l’incidenza e la durata della disoccupazione sostenendo, al tempo stesso, la crescita economica.

« Una più ampia disponibilità di opportunità di apprendistato di qualità e altre tipologie di formazione, possono contribuire a ridurre la disoccupazione dei giovani e la povertà se combinate agli sforzi nazionali di rilancio dell’occupazione », ha dichiarato Christine Evans-Klock, responsabile del Dipartimento sulle competenze e l’occupabilità dell’ILO.

Benefici dell’apprendistato


Il mondo guarda all’apprendistato come ad un rimedio miracoloso contro la disoccupazione giovanile”.
L’impatto positivo di sistemi di apprendistato ben congegnati – in particolare i sistemi duali che prevedono la formazione secondo un principio di alternanza scuola-azienda – è stato ormai dimostrato.

Nei paesi dove un quinto o anche più dei giovani tra i 16 e i 24 anni sono apprendisti, come in Austria, Germania, Svizzera, Paesi Bassi e Danimarca — tutti con sistemi duali — la disoccupazione giovanile è più bassa rispetto ad altri paesi europei.

L’apprendistato è un rapporto di lavoro antico in alcuni paesi ma solo di recente è stato riconosciuto ampiamente il suo potenziale in termini di creazione di posti di lavoro, ha dichiarato Michael Axmann, esperto ILO sullo sviluppo di competenze.

« In molti guardano all’apprendistato come ad un rimedio miracoloso contro la disoccupazione giovanile ».

« L’interesse è esploso negli ultimi mesi. Cresce il numero delle conferenze dedicate al tema dell’apprendistato e stiamo ricevendo molte richieste da parte dei nostri costituenti che chiedono consigli su come mettere a punto un buon sistema di apprendistato », ha dichiarato Axman.

Mentre l’esportazione in blocco di sistemi di apprendistato consolidati — come quello tedesco — ha poco senso, i paesi possono scegliere alcuni elementi da adattare al contesto nazionale.

Axmann è convinto che sia possibile sviluppare sistemi di apprendistato in tutti i paesi — in via di sviluppo, emergenti e industrializzati — ed ha citato Haiti, Giordania e Israele come paesi che hanno recentemente espresso il loro interesse a farlo.

Coinvolgimento del settore privato

Quando i paesi decidono di avviare programmi di apprendistato, il coinvolgimento del settore privato è fondamentale e deve essere il punto di partenza, ha affermato Axmann.

« Abbiamo bisogno dell’impegno da parte delle aziende e preferibilmente di tutti i settori ».

Una delle ragioni principali che spiega l’efficacia della transizione scuola-lavoro nei paesi con un sistema duale è che l’apprendistato proposto è strettamente legato alle necessità delle imprese.

Anche le organizzazioni dei lavoratori hanno un ruolo importante nell’elaborazione di efficaci sistemi di apprendistato. I governi hanno il compito di garantire sistemi di istruzione primaria di qualità, facilitare il coinvolgimento del settore privato e condividere i costi del sistema duale di formazione.

Migliorare e ripensare il sistema

Esistono anche dei margini di manovra per intensificare, rafforzare e migliorare i programmi di apprendistato nei paesi in cui già esistono.

Questo è ancora più importante dal momento che stanno emergendo nuovi lavori — per esempio nel settore delle energie pulite —che richiedono nuove competenze.

Offrire un apprendistato di qualità richiede che i piani di studio siano pertinenti alle necessità del mondo del lavoro. In alcuni casi, è necessario ripensare il modo in cui le competenze vengono trasmesse e quindi sarebbe più opportuno concentrarsi sul pensiero analitico e meno sulla memorizzazione, ha precisato Axmann.

« Piuttosto che avere una mente che funziona come un computer con un piccolo processore e un’ampia memoria, nel mondo del lavoro attuale ci sarebbe bisogno di una mente con un grande processore ».

L’appello dell’ILO sulla disoccupazione giovanile adottato alla Conferenza Internazionale del Lavoro nel giugno 2012 sottolinea l’importanza dell’apprendistato. Il documento sollecita i governi a migliorare le tipologie di apprendistato attraverso:
  • accompagnare l’apprendimento in azienda con un apprendimento istituzionale più strutturato;
  • migliorare le competenze formative dei maestri artigiani e dei formatori che supervisionano gli apprendisti;
  • includere l’alfabetizzazione e le abilità di sussistenza;
  • rafforzare il coinvolgimento della comunità;
  • assicurarsi che l’apprendistato sia una reale esperienza di apprendimento;
  • regolare e monitorare l’apprendistato.