Struttura tripartita e dialogo sociale
Il lavoro dell’ILO poggia sulla cooperazione fra governi, imprenditori ed organizzazioni dei lavoratori per favorire il progresso sociale ed economico. Il dialogo tra i governi e le due parti sociali è volto a creare consenso e coinvolgere democraticamente tutti coloro che hanno interessi nel mondo del lavoro.
Il “dialogo sociale” può significare negoziazione, consultazione o semplicemente uno scambio di opinioni fra rappresentanti degli imprenditori, dei lavoratori e dei governi; può anche riguardare le relazioni fra lavoratori e dirigenti, con o senza il coinvolgimento dei governi. Il dialogo sociale è uno strumento flessibile che consente a governi ed organizzazioni imprenditoriali e sindacali di gestire i cambiamenti e raggiungere obiettivi economici e sociali.
È la stessa struttura tripartita dell’ILO ad evidenziare il dialogo sociale in atto: all’interno degli organi decisionali, lavoratori ed imprenditori insieme hanno un peso pari a quello dei governi. Questo assicura che le norme internazionali del lavoro, le politiche ed i programmi rispecchino il punto di vista di tutte le parti sociali.
Inoltre l’ILO aiuta governi e organizzazioni imprenditoriali e sindacali a creare delle relazioni industriali stabili, adattare le legislazioni del lavoro ai cambiamenti economici e sociali e a migliorare la gestione della forza lavoro. Tramite tale supporto e rafforzamento delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali, l’ILO pone le condizioni per un dialogo efficace sia fra le parti sociali stesse che fra loro e i rispettivi governi.
Tra le sessioni della Conferenza, l’ILO viene guidato dal suo Consiglio di Amministrazione composto da 28 rappresentanti governativi, 14 rappresentati degli imprenditori e 14 dei lavoratori.
Il Segretariato dell’ILO, l’Ufficio Internazionale del Lavoro, ha sede a Ginevra, con uffici locali o regionali in oltre 40 paesi.
Il bilancio dell’ILO è definito in base al contributo degli Stati membri per le spese ordinarie, mentre fondi ulteriori vengono stanziati da alcuni Stati per finanziare programmi specifici di cooperazione tecnica
Il “dialogo sociale” può significare negoziazione, consultazione o semplicemente uno scambio di opinioni fra rappresentanti degli imprenditori, dei lavoratori e dei governi; può anche riguardare le relazioni fra lavoratori e dirigenti, con o senza il coinvolgimento dei governi. Il dialogo sociale è uno strumento flessibile che consente a governi ed organizzazioni imprenditoriali e sindacali di gestire i cambiamenti e raggiungere obiettivi economici e sociali.
È la stessa struttura tripartita dell’ILO ad evidenziare il dialogo sociale in atto: all’interno degli organi decisionali, lavoratori ed imprenditori insieme hanno un peso pari a quello dei governi. Questo assicura che le norme internazionali del lavoro, le politiche ed i programmi rispecchino il punto di vista di tutte le parti sociali.
Inoltre l’ILO aiuta governi e organizzazioni imprenditoriali e sindacali a creare delle relazioni industriali stabili, adattare le legislazioni del lavoro ai cambiamenti economici e sociali e a migliorare la gestione della forza lavoro. Tramite tale supporto e rafforzamento delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali, l’ILO pone le condizioni per un dialogo efficace sia fra le parti sociali stesse che fra loro e i rispettivi governi.
Gestione e definizione delle politiche
Le grandi linee delle politiche dell’ILO vengono stabilite durante la Conferenza Internazionale del Lavoro, che una volta all’anno riunisce i costituenti dell’organizzazione. Spetta inoltre alla Conferenza l’adozione di nuove norme internazionali del lavoro e l’approvazione del bilancio e del programma di lavoro dell’ILO.Tra le sessioni della Conferenza, l’ILO viene guidato dal suo Consiglio di Amministrazione composto da 28 rappresentanti governativi, 14 rappresentati degli imprenditori e 14 dei lavoratori.
Il Segretariato dell’ILO, l’Ufficio Internazionale del Lavoro, ha sede a Ginevra, con uffici locali o regionali in oltre 40 paesi.
Il bilancio dell’ILO è definito in base al contributo degli Stati membri per le spese ordinarie, mentre fondi ulteriori vengono stanziati da alcuni Stati per finanziare programmi specifici di cooperazione tecnica