Giornata mondiale sulla salute e sicurezza sul lavoro 2019

Convegno «Lavorare in sicurezza: dialogo per la sicurezza sui luoghi di lavoro»

In occasione della Giornata mondiale sulla salute e sicurezza sul lavoro, il Presidente della Camera dei Deputati ha organizzato un convegno dal titolo: “Lavorare in sicurezza: dialogo per la sicurezza sui luoghi di lavoro” che si è svolto a Roma il 14 maggio presso la Sala della Regina a Montecitorio.

L’obiettivo dell’incontro era di avviare un dialogo tra istituzioni, sindacati, imprese e gli altri organismi che si occupano di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, al fine di adottare un approccio congiunto e pragmatico alla cultura della salute e sicurezza.

Tra i temi affrontati durante il dibattito vi sono stati quelli relativi agli investimenti nella cultura del lavoro e della sicurezza, al contesto normativo nazionale e internazionale e alla contrattazione collettiva, nonché le alle buone pratiche messe in campo dagli attori che operano nel campo della salute e sicurezza sul lavoro.

Nel suo intervento, il Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, ha richiamato alcuni dati che scaturiscono dalle rilevazioni dell’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL) e che riportano 1.133 morti sul lavoro in Italia e 64.261 denunce d’infortunio sul lavoro. Questi numeri richiamano i responsabili delle politiche a non abbassare mai la guardia e ad assicurare l’effettivo riconoscimento dei diritti fondamentali sul lavoro stabiliti dalle Convenzioni internazionali e dalla Costituzione italiana. La salute, inclusa quella sul lavoro, è un diritto inviolabile e indisponibile dell’individuo che deve essere assicurato a tutti i lavoratori a prescindere dalla natura del rapporto contrattuale. Il dialogo strutturato tra le istituzioni e gli altri organi che si occupano di salute e sicurezza, ha il merito di diffondere una cultura sulla salute e la sicurezza sul lavoro che parta dall’informazione alla prevenzione e alla formazione e che deve essere alla base di comportamenti di imprese, lavoratori e istituzioni.

Massino De Felice, Presidente dell’INAIL, ha posto l’attenzione su tre tematiche principali: le rilevazioni statistiche relative ai casi di infortunio e morti sul lavoro, l’attività di prevenzione e l’attività di controllo. Riguardo al primo aspetto, l’INAIL ha elaborato una banca dati che raccoglie tutte le denunce di infortunio, dati che vengono poi selezionati e catalogati dall’Istituto al fine di renderli accessibili a tutte le istituzioni che si occupano di elaborare politiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro. In relazione alla prevenzione e alla formazione, il Presidente ha illustrato le attività messe in campo dall’Istituto al fine di costruire una cultura su salute e sicurezza a diversi livelli. Fondamentale anche l’attività di controllo amministrativo esercitata dall’INAIL per verificare che la tariffa per pagare il premio di assicurazione sia congruo rispetto all’attività che l’assicurato andrà a svolgere. Al fine di rendere più effettiva tale attività, De Felice auspica la progettazione di un sistema informatizzato che coordini l’attività d’ispezione dell’INAIL e quella dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, al fine di monitorare e ridurre l’annoso problema delle morti e degli infortuni sul lavoro.

Come ricordato nell’intervento del Direttore dell’Ufficio OIL per l’Italia e San Marino, Gianni Rosas, secondo le stime dell’OIL ogni anno circa 2,8 milioni di lavoratrici e lavoratori perdono la vita a causa di un infortunio o di una malattia professionale: circa 378.000 lavoratori sono vittime d’infortuni mortali e 2,4 milioni sono le morti causate da malattie professionali. In altre parole, è come se ogni giorno morissero in media 7.500 lavoratori per queste cause: più di cinque lavoratori al minuto. Le morti, gli infortuni e le malattie connessi al lavoro non sono inevitabili. La loro eliminazione è un imperativo morale e un segno di civiltà. La salute e la sicurezza sul lavoro è al centro dell’attività dell’OIL fin dalla sua creazione nel 1919. L’adozione di norme internazionali è stata spesso preceduta dall’attività di raccolta dati e analisi scientifica, al fine di stabilire il nesso casuale tra i rischi, le malattie e l’ambiente di lavoro. La Convenzione sulla salute e sicurezza sul lavoro n. 155 del 1981 e il relativo Protocollo, come pure la Convenzione numero 187 del 2006 sul quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro, attribuiscono particolare importanza ad una cultura e strategia nazionale e aziendale sulla salute e sicurezza sul lavoro che deve definire i diritti, ruoli e responsabilità e connettere e attualizzare periodicamente le politiche introdotte nel tempo. Durante la discussione, il Direttore Rosas ha menzionato la proposta della Commissione mondiale dell’OIL sul futuro del lavoro di introdurre il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro tra i diritti e principi fondamentali sul lavoro e ha inoltre auspicato che il processo di ratifica di queste due convenzioni, avviato dall’Italia nel 2014, giunga al suo termine in tempi brevi.

Le seconda parte del convegno ha visto partecipi i rappresentanti della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL), Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CILS) e Unione Italiana del Lavoro (UIL). Nel suo intervento, Rossana Dettori (CGIL) ha posto l’accento sulla pluralità e la non-omogeneità della contrattazione collettiva. In Italia, sono 824 i contratti di lavoro esistenti che andrebbero ridotti e unificati al fine di affrontare in modo pragmatico il tema della salute e della sicurezza sul lavoro. Un dialogo positivo tra le istituzioni è fondamentale, come pure l’adozione di un piano di prevenzione nazionale. Anche Angelo Colombini (CISL) ha concordato sulla necessità di istituire un tavolo di lavoro, coordinato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che veda partecipi tutte le istituzioni che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro. È importante inoltre, rinnovare gli strumenti lavorativi obsolescenti o già obsoleti, nel segno di una crescente corresponsabilità tra lavoratori e aziende. È poi intervenuta Silvana Roseto (UIL) che ha evidenziato l’importanza di attuare e rispettare le disposizioni previste dalla normativa italiana in materia di salute e sicurezza. Il Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, previsto dall’articolo 5 del Testo Unico su salute e sicurezza sul lavoro, prevede un coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro che in Italia non ha ancora trovato piena attuazione. Il problema della salute e sicurezza si risolve attraverso il dialogo tra i governi e le parti sociali, così come previsto dalla normativa italiana e dalle convenzioni internazionali del lavoro dell’OIL che sono adottate attraverso un sistema di negoziazione tripartito.

Le conclusioni dei lavori sono state svolte dal Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Claudio Cominardi, il quale ha auspicato la realizzazione di sistemi di sicurezza digitali avanzati da applicare ai macchinari senza possibilità di disattivazione. Il Sottosegretario ha anche sottolineato la necessità di potenziare la salute e sicurezza nel pubblico impiego, come pure di tutelare la salute e sicurezza dei lavoratori della gig-economy. A chiusura dell’intervento, egli ha richiamato l’importante ruolo della Commissione consultiva permanente sulla salute e sicurezza sul lavoro.